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Le migliori piattaforme di trading online a cui affidarti

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Quando si vogliono ottenere guadagni extra, si ricercano soluzioni semplici e veloci, che possano permettere di realizzare i propri sogni. Tra i tantissimi sistemi per fare soldi vi è il trading online, che sta letteralmente spopolando negli ultimi anni e che ha già conquistato milioni di persone in tutto il mondo. Se hai deciso di investire i tuoi risparmi, in questo articolo analizzeremo quali sono le migliori piattaforme di trading online cui affidarti.

Come scegliere la miglior piattaforma per investire

Prima di segnalarvi quali sono le migliori piattaforme per investire online, vediamo insieme come scegliere il sito perfetto per il trading online. Negli ultimi anni sono nate tantissime piattaforme specializzate in trading online, ma orientarsi tra migliaia di siti non è sicuramente semplice, quindi per individuare quella giusta dovrai soprattutto controllare la sua affidabilità. Per verificare che la piattaforma di trading online sia davvero sicura ti suggeriamo di controllare se sia in possesso di alcune licenze o certificazioni, come la Cyprus Securities Exchange Commission (CySEC) o che sia autorizzata dalla FCA (Financial Conduct Authority). Per trovare queste informazioni sulle piattaforme di investimento ti basterà leggere la pagina con le informazioni legali o la sezione “chi siamo”, presente sulla maggior parte dei siti. Il controllo delle licenze ti permette di investire in completa tranquillità ed evitare delle truffe, visto che online sono presenti siti sprovvisti di qualsiasi tipo di autorizzazione. Un altro requisito che puoi valutare prima di scegliere la piattaforma di trading online riguarda la possibilità di investire su diversi asset e mercati, in questo modo potrai decidere se fare investimento ad alto o a basso rischio e avere maggiori possibilità di ottenere profitti, diversificando il portafoglio. Per individuare la miglior piattaforma di investimento si possono controllare online le recensioni dei clienti che le hanno già provate, così da avere un parere super partes riguardo questi siti. Nelle piattaforme di trading online, le recensioni sono solitamente veritiere e imparziali, diventando uno dei parametri perfetti per consentirvi di investire senza nessuna preoccupazione.

Dopo aver individuato le migliori piattaforme di investimento, per controllare se siano adatte alle tue competenze o agli obiettivi che vuoi raggiungere, puoi decidere di esercitarti provando la demo gratuita. Le piattaforme di trading online più famose permettono agli utenti di provare le funzioni del sito senza investire subito, così da prendere dimestichezza con i diversi asset e con l’interfaccia del sito. La demo gratuita è particolarmente indicata per chi non ha esperienza nel trading online e inizia per la prima volta a investire con questo sistema. Dopo aver imparato le funzioni, le sezioni e come controllare il proprio portafoglio online puoi finalmente attivare il tuo account e iniziare a operare sul mercato con i tuoi soldi.Ora che abbiamo visto come individuare una piattaforma di investimento che sia affidabile, sicura e apprezzata dalla community di utenti è il momento di iniziare con il trading online, iscrivendoti a uno dei siti che ti indichiamo di seguito.

eToro

Una delle piattaforme più conosciute e apprezzate dagli investitori online è sicuramente eToro. Una delle caratteristiche principali di eToro è il copy trading, una funzione che ti consente di copiare gli investimenti dei più famosi broker presenti sulla piattaforma. Il copy trading è utile per chi si affaccia al mondo degli investimenti online e ancora non è sicuro riguardo gli asset da scegliere e soprattutto come orientarsi tra i diversi mercati finanziari. Nella home personale si può accedere facilmente al copy trading e altre funzioni interessanti, inoltre si può visualizzare l’andamento degli investimenti in tempo reale e ricevere notifiche sul proprio smartphone, semplicemente scaricando l’app di eToro. Questa piattaforma è innovativa e semplice da usare, inoltre è un vero e proprio social network, dove gli utenti si scambiano consigli, idee e dritte sugli investimenti.

Il Copy Trading non costituisce una consulenza sugli investimenti. Il valore dei vostri investimenti può salire o scendere. Il vostro capitale è a rischio.

Scalable

Tra le piattaforme di trading online che sta riscuotendo sempre più successo troviamo Scalable, che è soprattutto specializzata in investimenti con ETF o azioni. La crescente popolarità di Scalable è da ascrivere soprattutto alle sue commissioni, molto basse rispetto ad altri siti di trading online. Le commissioni basse e l’accesso di scegliere tra migliaia di fondi rendono Scalable perfetta per chi vuole arricchirsi in fretta e senza eccessivi rischi. L’interfaccia di Scalable è molto semplice ed intuitiva, inoltre si può sempre scaricare l’app ufficiale per controllare in tempo reale i propri investimenti tramite smartphone o tablet. Una delle funzioni più interessanti di Scalable è lo Smart Predict, che impiega l’intelligenza artificiale per fornire consigli all’investitore e indicargli in tempo reale quando scambiare fondi, azioni o criptovalute. Solo sulla piattaforma Scalable si può accedere ai piani di risparmio o agli ETF investendo un euro, un vantaggio per chi vuole prima capire come funziona il trading online e solo in seguito investire somme più considerevoli.

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Plus500

Sono ormai diversi anni che la piattaforma per il trading online Plus500 si attesti tra le migliori in Italia e nel mondo, un risultato che ha ottenuto grazie alla varietà di asset su cui investire. Iscrivendoti a Plus500 potrai investire con oltre 2000 prodotti, avendo così un portafoglio davvero ricco e variegato che ti permetterà di ottenere grandi guadagni. Per quanto riguarda il trading online, le recensioni degli investitori di Plus500 sono davvero ottime, soprattutto per la facilità di utilizzo e per le tantissime funzioni che implementa la piattaforma. Per fare pratica su Plus500 è sempre disponibile la demo gratuita, che ti guida attraverso le diverse sezioni e ti aiuta comporre il tuo portafoglio di investimento. Un altro aspetto che molti utenti segnalano positivamente riguarda la sicurezza di Plus500, difatti oltre a possedere diverse certificazioni e autorizzazioni, protegge i clienti da eventuali frodi o hackeraggi con un fondo di compensazione. Rispetto ad altre piattaforme di trading online, Plus500 protegge i clienti nel caso in cui si verifichi un bilancio negativo: l’investitore non può investire oltre alle somme depositate sul suo conto fino a quando non realizzerà un attivo.

Iq Option

Non tutti conoscono la piattaforma di trading online Iq Option, ma ti assicuriamo che se vuoi provare a ottenere buoni guadagni e in pochissimo tempo è da provare assolutamente. Iq Option è stata già scelta da oltre 10 milioni di investitori nel mondo e sta conquistando anche il mercato italiano, grazie alle sue funzioni innovative e ai tantissimi prodotti finanziari disponibili. L’interfaccia di Iq Option è davvero semplicissima, diventando lo strumento perfetto per chi è alle prime armi e non ha una buona conoscenza del trading online. La grafica del sito è sicuramente il punto di forza di Iq Option, perché a differenza delle altre piattaforme, i grafici in tempo reale sono molto chiari e consentono in un attimo di verificare l’andamento dei propri investimenti. Su Iq Option vi sono molti tutorial e manuali per il trading online, che possono essere scaricati gratuitamente e consultare per ottenere subito dei guadagni. L’unico difetto di Iq Option è che i prodotti finanziari sono abbastanza limitati, quindi per chi è un trader esperto, potrebbe essere un problema, ma è sicuramente la piattaforma perfetta per chi inizia a muoversi nel mondo del trading online.

FXTB Trading Broker

la piattaforma di trading online FXTB Trading Broker è da diversi anni presente sul mercato italiano e si attesta sicuramente tra le migliori, per la sua affidabilità e per la possibilità di investire su tantissimi mercati finanziari. FXTB Trading Broker è specializzato nel trading con CFD (contratto per differenza) ma offre anche la possibilità di investire in criptovalute, azioni e valute. Rispetto alle altre piattaforme di trading online non è soltanto disponibile una demo gratuita, ma anche la possibilità di richiedere un percorso di formazione con un trader esperto, così da imparare strategie e trucchi in poche ore. Il percorso formativo viene gestito da trader italiani, quindi non dovrai preoccuparti di seguire un corso in lingua inglese, come quelli proposti da altre piattaforme di trading online. Un altro vantaggio nello scegliere FXTB Trading Broker riguarda il costo davvero contenuto delle commissioni, che si rilevano le più basse tra le migliori piattaforme di trading online.

Degiro

Nella classifica delle migliori piattaforme di trading online non può assolutamente mancare Degiro, che è stata scelta da migliaia di investitori in Europa e nel mondo. Uno dei punti di forza di Degiro è che si può aprire un conto in pochissimi minuti e con estrema facilità, basta soltanto seguire la procedura automatica e inserire i documenti indicati dalla piattaforma. Degiro può essere utilizzato sia dai principianti che dagli esperti, perché ha un’interfaccia davvero semplice e intuitiva, inoltre offre tantissimi prodotti finanziari. Uno dei vantaggi di scegliere Degiro è che si ha la possibilità di investire su oltre 50 mercati disponibili, così da avere più possibilità di ottenere guadagni elevati. Quando si apre un conto su Degiro non si hanno spese di gestione e anche se non si è attivi sulla piattaforma, il profilo non sarà mai cancellato.

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Domande frequenti

Come scegliere il tipo di investimenti

In base alla propria disponibilità finanziaria puoi scegliere tra tantissimi tipi di investimenti, dovrai soltanto scegliere quelli che ti assicurano un alto rendimento con un rischio medio e in seguito diversificare il portafoglio, magari seguendo le indicazioni di un broker.

Il trading online è sicuro?

Quando si parla di trading online, vi sono molte persone scettiche e che pensano sia soltanto un passatempo pericoloso ed effimero. Il trading online è un sistema sicuro e affidabile, ma come in tutti i tipi di investimenti vi è sempre un margine di rischio, quindi bisogna stare attenti e non rischiare, almeno all’inizio, di compromettere i risparmi di una vita.

Cosa sono i contratti ETF

In questo articolo abbiamo parlato di piattaforme specializzate in ETF (Exchange-Traded Fund), degli strumenti finanziari che sono molto apprezzati dagli investitori. Gli ETF dei fondi che possono essere acquistati e venduti in borsa, proprio come le azioni, con l’unica differenza che si tratta di diversi titoli contenuti in un unico paniere. Se si sceglie di investire con gli ETF si possono ottenere molti vantaggi, infatti ha delle commissioni inferiori rispetto a quelle dei fondi di investimento comuni e al contempo si hanno maggiori possibilità di diversificare il fondo indicizzato.

Come aprire un account

Quando hai scelto la piattaforma di investimento, per operare online è necessario registrarsi, inserendo i propri dati personali. In fase di registrazione, dovrai inserire un documento di identità e una carta di credito valida, ma non preoccuparti, si tratta di piattaforme che utilizzano altissimi protocolli di sicurezza, quindi è molto difficile che vengano rubati i tuoi dati. Alcune piattaforme hanno introdotto un fondo di compensazione per gli utenti vittime di hackeraggio, così da fornire una tutela aggiuntiva.

È possibile guadagnare con il trading online

Quando si legge un articolo riguardante il trading online, ci si pone sempre la domanda: è possibile guadagnare con il trading online? La risposta a questa domanda è sicuramente affermativa.

Con il trading online si possono ottenere guadagni davvero considerevoli, ma non è semplice come si può pensare, perché serve impegno, costanza e soprattutto esperienza. Per diventare trader esperti è necessario studiare, analizzare e rischiare, solo così si potrà trasformare un semplice hobby in un vero e proprio lavoro a tempo pieno. I guadagni con il trading online possono anche tardare ad arrivare, ma non bisogna abbandonare subito, anzi devi assolutamente credere nelle tue capacità.


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Defi: cos’è la finanza decentralizzata e come funziona

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La DeFi, abbreviazione del termine finanza decentralizzata, è un interessante scenario nonché un primo step verso l’opportunità di gestire transazioni economiche tra due soggetti in maniera diretta senza l’intermediazione di una banca con relative commissioni e vincoli. Si tratta di una struttura che già al momento consente di disporre di un’ampia gamma di classici servizi finanziari che invece solitamente venivano messi a disposizione dalle banche. Vediamo nel dettaglio cos’è la DeFi, come funziona e tutte le principali caratteristiche.

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Che cos’è la DeFi

Con il termine DeFi o finanza decentralizzata si fa riferimento a una serie di servizi basati sullo sfruttamento delle blockchain. Da sottolineare che le blockchain non sono altro che delle strutture informatiche o per meglio dire un registro condiviso che non può essere cambiato ed è utile per registrare l’avvenuta transazione tra due utenti. Inoltre viene utilizzato anche per altre esigenze come monitorare gli asset su cui si effettuano gli investimenti. La principale differenza dei servizi di finanza decentralizzata rispetto a quella centralizzata, è la mancanza di un soggetto terzo come la banca che forniva i servizi, ad esempio, per effettuare un bonifico. Altra caratteristica importante della finanza decentralizzata è la possibilità per gli utenti di utilizzare le criptovalute per accedere a un’ampia gamma di servizi che sono del tutto simili a quelli messi a disposizione da ogni istituto di credito. La transazione ovviamente avviene utilizzando le monete che sono state emesse da diversi Paesi ed in particolare è possibile effettuare l’acquisto di una polizza assicurativa, ottenere un mutuo oppure un prestito e qualsiasi altra operazione di questo genere. Il motivo per il quale si sta facendo un gran parlare di DeFi, riguarda i tanti vantaggi che mette a disposizione. Le crypto DeFi, infatti, consentono di gestire la transazione in maniera rapida, semplice e con costi decisamente più bassi. Tra l’altro come avviene per qualsiasi altra operazione che chiama in ballo le criptovalute, anche la DeFi è basata sul sistema peer-to-peer per cui avvengono in maniera diretta e senza l’intermediazione di un sistema centrale. Chiunque la può utilizzare quest’opportunità adoperando il classico pseudonimo per cui l’unica esigenza è di disporre di una connessione internet.

Funzionamento della DeFi

Il funzionamento della DeFi è basato sull’utilizzo di quelli che in gergo vengono chiamati con il termine Smart Contract. Da un punto di vista prettamente tecnico possiamo parlare di una sorta di codice digitale che permette di avere una certa garanzia sull’operazione effettuata rispetto a condizioni che le due parti in causa hanno definito precedentemente. Adoperando gli Smart Contract, non è necessario appoggiarsi a un istituto finanziario tradizionale che soprattutto funga da garante affinché la transazione avvenga nel pieno rispetto della legge tutelando i diritti di entrambi i soggetti chiamati in causa. Infatti, l’aspetto della sicurezza e della trasparenza viene garantito dall’utilizzo della tecnologia blockchain. Altro aspetto importante che caratterizza il funzionamento di questa struttura riguarda la possibilità di accedere alle proprie finanze in qualsiasi momento oppure per verificare un asset sfruttando essenzialmente un wallet digitale protetto. Ricordiamo che per wallet digitali si fa riferimento a strumenti di pagamento elettronico solitamente implementati come vere e proprie app. In pratica memorizzano in sicurezza le versioni virtuali delle carte di credito oppure di debito utilizzate per il pagamento in maniera tale che l’utilizzatore non deve avere sempre con sé la carta fisica.

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Servizi già disponibili per l’utente

I campi di applicazione di questo prodotto sono davvero molteplici e infatti vengono utilizzati anche dal sistema di finanza decentralizzata. Entrando maggiormente nel merito del sistema di funzionamento quando si vuole effettuare una transazione si avvia un semplice processo che prevede l’utilizzo degli smart contract per cui entrambe le parti chiamate in causa devono preventivamente accettare a condizioni relative. Lo smart contract viene creato all’occorrenza e quindi personalizzato rispetto alla tipologia di transazione che si sta effettuando. Ad esempio, è possibile sfruttare tutto questo procedimento per creare una transazione che permetta a un utente di prestare in maniera sicura denaro a un altro utente il quale a sua volta dovrà ripagarlo secondo le modalità prestabilite. Dal punto di vista tecnico lo smart contract è anche un applicativo che permette di effettuare delle valutazioni e analisi preventive ossia in funzione della transazione che si sta effettuando c’è un controllo se l’utente dispone della quantità di denaro necessaria. Da sottolineare che questo sistema innovativo è particolarmente efficace è soltanto all’inizio del proprio procedimento di sviluppo per cui è possibile pensare ad ulteriori miglioramenti e funzionalità aggiuntive che permetteranno nel tempo di avere tanti vantaggi.

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I vantaggi nell’utilizzo della DeFi

Ci sono numerosi vantaggi a cui è possibile accedere usando la DeFi. Il principale aspetto riguarda la semplicità dell’utilizzo della finanza decentralizzata perché per l’apertura del sistema non è necessario inoltrare un modulo per avere l’autorizzazione né aprire un conto corrente di qualsiasi genere. Infatti l’utente non dovrà far altro che richiedere semplicemente l’accesso creando contestualmente un portafoglio. Inoltre è garantita massima privacy e sicurezza anche perché l’utente può utilizzare il sistema con uno pseudonimo per cui non c’è l’obbligo di fornire il proprio nome e cognome, l’indirizzo mail e nessun’altra informazione personale. In aggiunta le varie operazioni che vengono effettuate con questo innovativo sistema sono caratterizzate da massima rapidità con i tassi di interesse e i premi che si aggiornano praticamente in tempo reale con periodicità a volte anche inferiore ai 20 secondi. Queste tempistiche se rapportate a quelle classiche dei sistemi tradizionali che fanno riferimento alla finanza centralizzata sono eccezionali e soprattutto funzionali alle esigenze di un utente che vuole avere immediato riscontro sull’esito dell’operazione effettuata.

Flessiblità e trasparenza

Tra l’altro l’utente può godere di massima flessibilità perché non bisognerà di fatto ottenere un permesso per poter utilizzare le proprie risorse che sono disponibili in qualsiasi momento e senza alcun problema. Solitamente quando bisogna utilizzare un quantitativo importante di denaro, il cliente di una banca deve recarsi in filiale per avere informazioni sulla disponibilità e soprattutto sulle tempistiche. Con la DeFi tutto questo è soltanto un lontano ricordo perché non esistono tempi di attesa rispetto a permessi e soprattutto non bisogna pagare delle costose commissioni. In ultimo ma non per importanza c’è il vantaggio che viene garantita massima trasparenza durante la transazione. In pratica tutti i soggetti che vengono coinvolti in una determinata operazione, hanno facoltà di visualizzare l’insieme completo di tutte le transazioni effettuate. Potrebbe apparire come una questione quasi scontata ma in realtà ci sono istituti di credito e società che non permettono questo livello di trasparenza.

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DeFi: esempi concreti di utilizzo

Non c’è dubbio che le potenzialità della DeFi sono straordinarie sia per il risparmio di denaro sulle commissioni e sia per la flessibilità e semplicità nell’utilizzare il sistema. Parliamo di una struttura in forte sviluppo che nei prossimi anni potrebbe completamente conquistare il mercato rendendo superato il modello basato sulla finanza centralizzata. Oggi è già possibile effettuare un’ampia gamma di operazioni fruendo di servizi flessibili ed estremamente funzionali. Dando un’occhiata ai dati di utilizzo soprattutto all’estero, la DeFi viene usata per i cosiddetti prestiti decentralizzati. In pratica degli utenti sono disponibili nel concedere prestiti sfruttando questo sistema attraverso l’utilizzo di asset digitali e ricevendo in cambio il pagamento degli interessi. Dunque si tratta di un’attività completamente legale nella quale i creditori condividono i propri asset con altri utenti di fatto sottoscrivendo con loro degli smart contract. Naturalmente anche questo genere di prestito prevede da parte del debitore una garanzia che viene rappresentata dalle monete digitali. In pratica si ha la possibilità di accedere a delle valute digitali molto utilizzate come il Bitcoin mentre in garanzia si danno altre criptovalute che magari sono meno conosciute ma ugualmente legali e del tutto funzionali allo scopo. Tra l’altro l’anno 2020 è stato quello della consacrazione della tecnologia basata sulla finanza decentralizzata. Infatti a partire dal mese di ottobre del 2020, oltre 11 miliardi di dollari sono stati depositati con l’utilizzo dei vari protocolli previsti a seconda dell’operazione da effettuare. Le ultime stime parlano di un giro di affari superiore ai 100 miliardi di dollari con tantissimi progetti che si stanno diffondendo in maniera trasversale.

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Domande frequenti

Che cos’è un DeFi token

Si tratta di asset digitali che vengono appositamente creati su una blockchain già presente e consolidata.

Quando è nata la DeFi

La finanza decentralizzata è stata lanciata da Maker DAO nel 2015 con l’obiettivo che inizialmente era quello di avere una sorta di legame al dollaro americano sfruttando una serie di algoritmi che ne determinano il valore.

Come investire in finanza decentralizzata

In ragione delle enormi potenzialità e vantaggi che offre la finanza decentralizzata,ci sono tantissimi progetti in atto che permettono a interessati di effettuare degli investimenti mirati. Va sottolineato che i progetti in tal caso sono sempre basati da un token per cui c’è una moneta che serve a promuovere il progetto e quindi a finanziarlo. In parole povere se si vuole investire su un determinato progetto basato sulla finanza decentralizzata è sufficiente acquistare la moneta che viene utilizzata.

Quali operazione è possibile fare con la DeFi

Sfruttando il sistema della finanza decentralizzata è possibile effettuare un’ampia gamma di operazioni che sono già stati implementati e disponibili come la richiesta o l’erogazione di un prestito a favore di un creditore che pagherà così gli interessi. Tra gli altri servizi c’è l’opportunità di scambiare strumenti derivati con altri utenti oppure di acquistare delle polizze assicurative di interesse utilizzando questo sistema che non prevede commissioni.

Cosa sono gli Exchange Decentralizzati (DEX)

Gli Exchange Decentralizzati è una piattaforma simile a quella di classico trading online con delle differenze dal punto di vista concettuale che rispecchiano il sistema di finanza decentralizzata per cui le operazioni vengono gestite tramite Smart Contract e viene utilizzata una blockchain. Attraverso queste piattaforme non si scambiano gli asset tradizionali bensì criptovalute e altri DeFi token.


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I migliori investimenti contro l’inflazione nel 2023

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A Dicembre 2022, l’anno si è concluso con un tasso d’inflazione pari a +11,6%, un valore indicativo della crescita media dell’8,1% che si è verificata durante i precedenti 12 mesi.

Si tratta infatti dell’aumento inflazionistico più elevato degli ultimi 37 anni, dato che soltanto nel 1985 si toccò il 9,2%.

Secondo i dati elaborati dall’ISTAT un simile rialzo è dipeso essenzialmente dall’incremento dei costi dei beni energetici, il cui prezzo è aumentato del 50,9% rispetto all’anno precedente (nel 2021 infatti tale aumento fu del 14,1%).

In base alle attendibili stime disponibili per il 2023 si prevede che l’inflazione acquisti il 5,1%, un valore stimato piuttosto considerevole, tenendo conto che nel 2022 è stato del 1,8%.

L’aumento inflazionistico, com’è noto, si traduce in un aumento dei prezzi, per cui ogni famiglia dovrà confrontarsi con maggiori esborsi per il suo normale sostentamento, quantificabili in oltre 2000 euro per nucleo familiare.

Bisogna inoltre tenere conto delle proiezioni degli esperti di BCE, secondo cui in Europa l’anno si aprirà con un ulteriore incremento dell’inflazione (in gran parte provocato dai più consistenti prezzi delle materie prime di fornitura energetica), per poi stabilizzarsi su valori comunque abbastanza cospicui.

I prezzi di elettricità e gas, infatti, avranno un impatto molto prolungato sull’inflazione complessiva, che a sua volta comprende anche quella relativa ai beni di sostentamento (inflazione alimentare alle stelle).In seguito alle continue pressioni derivanti dagli aumenti dei costi delle materie prime, dell’energia e dal deprezzamento dell’euro, lo scenario economico per il 2023 si presenta problematico, per cui risulta fondamentale che la scelta degli investimenti venga fatta con cognizione di causa e con estrema attenzione.

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Come sarà l’inflazione nel 2023?

Una delle tematiche più dibattute durante il corso dello scorso anno è stata il ritorno dell’inflazione che ha assunto caratteristiche decisamente allarmanti a causa delle influenze mondiali.

Si è trattato infatti di un fenomeno globale, non limitato alle singole realtà.

I consumatori si sono trovati a dover combattere conto aumenti di prezzi talmente considerevoli da non riuscire spesso a fare fronte a criticità che non si vedevano da oltre 40 anni.

Per il 2023 gli esperti prevedono un ulteriore incremento inflazionistico derivante dai seguenti fattori:

  •  stretta delle banche centrali;
  • guerra in Ucraina;
  • costante aumento dei costi dell’energia;
  •  conseguenze della crisi economica in Cina;
  • paura dei risparmiatori ad investire.

In seguito alla probabile presenza di tali fattori, il deficit inflazionistico continuerà a condizionare in maniera sostanziale l’economia globale anche per l’anno appena iniziato, tanto che la BCE ha deciso di alzare di 50 punti i tassi d’interesse, per controllare il probabile incremento del 2% che l’inflazione manterrà anche nei prossimi 12 mesi.

Le proiezioni devono tenere conto di alcune criticità, come:

  • crisi energetica globale;
  •  incertezza politica mondiale;
  •  politiche monetarie restrittive;
  •  indebolimento dell’attività economica.

Tra questi fattori, il più allarmante è chiaramente legato ai possibili tagli dell’approvvigionamento energetico che potrebbero innescare ulteriori impennate dei costi energetici associati a probabili tagli alla produzione.

Uno scenario decisamente allarmante, soprattutto in quanto non quantificabile con precisione.

Le proiezioni-base per il 2023 indicano un potenziale incremento inflazionistico del 7,4%, almeno a quanto ipotizzato dalla BCE che ha elaborato schemi economici incentrati sulle principali criticità mondiali.

In un simile contesto, l’indicatore da seguire con maggiore interesse rimane senza dubbio l’attenzione agli investimenti, per raggiungere l’obiettivo non soltanto di preservare il proprio patrimonio, ma anche di accrescerlo in seguito a scelte responsabili e adeguate ai contesti esistenti. Investire correttamente i propri risparmi può essere la scelta migliore per proteggersi dall’inflazione, orientandosi verso proposte che da un lato consentano di realizzare guadagni soddisfacenti e d’altro lato siano in grado di contenere il rischio di perdite.

Com’è noto le due variabili “guadagno/rischio” sono strettamente collegate con un rapporto di proporzionalità diretta, secondo cui all’aumentare dell’una si incrementa anche l’altra (più guadagno=più rischio di perdite). Investire in modo oculato, consapevole e adeguato alla situazione complessiva è quindi l’unico mezzo a disposizione dei consumatori per cercare di contenere l’inflazione e limitare dunque o danni derivanti dalle condizioni d’incertezza che caratterizzeranno anche il 2023. Attualmente l’inflazione in Italia si è assestata sul 11,6%, un valore destinato a modificarsi sia nel breve che nel lungo periodo, e con cui i risparmiatori devono confrontarsi attentamente.

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Quali sono i fattori da valutare per investimenti sicuri nel 2023?

La definizione “investimento sicuro” potrebbe venire interpretata come un ossimoro, dato che contiene una contraddizione di base: un investimento redditizio non è mai sicuro, ma prevede un certo fattore di rischio, la cui entità varia in base a numerosi elementi.

È risaputo che investire è comunque un rischio, che quindi può comportare la perdita di una parte ma anche dell’intero capitale, così come non tradursi nei risultati sperati.

Eppure i risparmiatori devono essere a conoscenza che esistono modi per aggirare i rischi inflazionistici, a patto di optare per soluzioni selezionate e affidabili, nonostante la presenza di mercati volatili e instabili che possono effettivamente intaccare la fiducia dei consumatori.

Una tendenza ampiamente collaudata è quella secondo cui, nei periodi di maggiore crisi economica, le persone sono portate a spostare i propri risparmi in investimenti più sicuri, ma con minore resa, in grado cioè di proteggere i risparmi realizzando tuttavia modesti rendimenti.

Quando si parla di investimenti “sicuri” è sempre necessario partire dai seguenti presupposti:

  • gli investimenti sicuri esistono;
  •  bisogna trovare la forma d’investimento più adatta alle proprie esigenze;
  • con l’aumentare dell’inflazione bisogna incentivare anche l’entità delle cifre investite;
  • tutto ciò che non viene utilizzato nel breve periodo deve essere investito;
  • per capire se un investimento è sicuro bisogna valutare i prezzi medi;
  • è necessario disporre di un’ampia versatilità di soluzioni (non soltanto beni mobili, ma anche immobili).

Da tempo tutti gli operatori finanziari concordano sul fatto che la scelta migliore nel campo degli investimenti è collegata a un’attenta diversificazione, comprendente una vasta gamma di opzioni, come obbligazioni (nazionali o estere), azioni, fondi gestiti da istituti di credito, beni immobili, oro e altro ancora.

In questo modo il risparmiatore possiede maggiori garanzie di stabilità in quanto, qualora un settore subisse qualche perdita, gli altri possono limitarne i danni, mantenendo comunque una certa solidità al patrimonio totale.

Chi invece si focalizza soltanto su una forma d’investimento subisce al massimo le conseguenze della volatilità di mercato, per cui eventuali aumenti d’inflazione vengono amplificati e difficilmente compensati.

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Migliori investimenti per il 2023

Anche nel 2023, i migliori investimenti contro l’inflazione devono tenere conto delle varie criticità economiche del mercato che, in maniera più o meno evidente, influiscono sul globale andamento finanziario.

Investire contro l’inflazione è una strategia non soltanto auspicabile, ma anche possibile poiché esistono numerose opzioni da prendere in considerazione.

  • Oro

Considerato da sempre il bene-rifugio per eccellenza, l’oro è notoriamente valutato come un investimento sicuro, nonostante possa subire drastiche oscillazioni di prezzo, simili a quelle di altre asset-class rischiose.

La differenza basilare è che queste risultano pericolose sul breve termine, mentre l’oro si conferma una soluzione sicura sul lungo periodo.

Su un lasso di tempo compreso tra 24 e 36 mesi, questo prezioso metallo può rappresentare un vantaggioso elemento di diversificazione dato che mostra un andamento in cui l’inflazione si assesta intorno al 4,5%, mentre i rendimenti di bond a 10 anni si aggira sul 3,5%.

Anche se non prevede il distacco di cedole, l’oro è lo strumento ideale per chi si orienta verso un’asset-class difensivo, per cui non può rappresentare certo la parte centrale del portafoglio, ma un valido metodo per controbilanciare.

  • Obbligazioni

I titoli di stato sono da sempre considerati un investimento sicuro, anche se i tassi d’interesse (con o senza cedole) risultano inferiori ad altre forme d’investimento.

Tuttavia la certezza di realizzare un certo rendimento annuale (oppure semestrale) e di riscuotere il capitale intatto al termine del periodo previsto sono fattori che in parte compensano la resa più contenuta.

Bisogna distinguere tra obbligazioni a breve termine (come i Buoni Ordinari del Tesoro “BOT” a 12-24 mesi) paragonabili a veri e propri strumenti di liquidità e obbligazioni a lungo termine (come i Buoni del Tesoro Poliennali “BTP”) la cui durata può arrivare a decenni.

Nel primo caso il rendimento è determinato dalla differenza tra il prezzo di vendita (valore nominale) e quello d’acquisto, che solitamente ha un valore piuttosto basso.

Nel secondo caso, invece, i vantaggi dipendono dal vantaggioso rapporto rischio/rendimento, che diventa molto interessante nel lungo periodo (oltre 8-10 anni), anche se è difficilissimo valutare la loro sicurezza nel lunghissimo termine poiché troppi sono i fattori condizionanti coinvolti.

Sostanzialmente le obbligazioni rimangono un ottimo investimento per chi è intenzionato a coniugare la sicurezza (capitale garantito) con la possibilità di ricevere cedole semestrali ma con un ricavo contenuto.

  • Fondi comuni d’investimento

Si tratta di soluzioni gestite direttamente dalla banca che decide in completa autonomia come posizionare il capitale dell’investitore, selezionando volta per volta le opzioni più vantaggiose sul mercato.

In questi casi il portafoglio risulta estremamente diversificato in quanto comprende obbligazioni (a tasso fisso o variabile, italiane e straniere), azioni, forme assicurative e altro prodotti emessi dall’istituto di credito di riferimento.

Di solito non è prevista la restituzione del capitale (capitale garantito) al termine del periodo d’investimento così come il rendimento non è fisso, ma variabile in base alle oscillazioni del mercato.

  • Azioni

Chi desidera realizzare guadagni considerevoli di solito si orienta verso il mercato azionistico che, se da un lato permette di guadagnare cifre anche molto considerevoli, d’altro lato prevede un altrettanto elevato indice di rischio.

Generalmente i risparmiatori impegnano una parte centrale del loro portafoglio in azioni “value”, che sono quelle emesse da società solide e sicure che offrono l’ambita combo tra un notevole ritorno economico e un limitato rischio di perdite.

Anche per il 2023 le società più affidabili sono quelle dell’healthcare e delle energie rinnovabili, oltre a imprese storiche da anni sul mercato.

Le azioni privilegiate appartengono a una particolare categoria che offrono alcuni privilegi, come dividendi più alti, diritti di prelazione su azionisti ordinari e guadagni garantiti indipendentemente dall’andamento dei titoli.

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Domande più frequenti

Esistono investimenti completamente sicuri?

No, non esistono investimenti sicuri al 100% un quanto, anche i titoli di Stato, comportano un (seppur piccolo) margine di rischio, legato alla perdita del potere d’acquisto e all’aumento dell’inflazione.

Come orientarsi nel panorama degli investimenti?

Il presupposto principale per orientarsi consapevolmente nel mondo degli investimenti è quello di diversificare il più possibile il portafoglio, per avere la garanzia di compensare eventuali perdite.

Dove investire con l’inflazione?

Con l’inflazione è consigliabile investire sul maggior numero possibile di beni rifugio, comprendenti, oltre ai tradizionali prodotti finanziari, anche oro e beni immobili, tenendo conto che, soprattutto quando c’è un buon capitale di partenza, la diversificazione tra mobile/immobile è considerata una mossa vincente.

Con l’inflazione come investire?

L’inflazione rappresenta senza dubbio un fattore estremamente limitante per gli investimenti, poiché condiziona la resa del portafoglio. L’elevata liquidità presuppone un’iniziale perdita di fiducia nei mercati, per cui, soprattutto su patrimoni importanti, la strategia migliore è la diversificazione.

Come valutare gli investimenti alternativi?

Sul fronte di una diversificazione più ampia possibile, il 2023 prevede investimenti alternativi, finalizzati a sponsorizzare materie prime eco-sostenibili, futures, fondi comuni ad ampio raggio, e azioni collegate alla produzione energetica.

 Le criptovalute si riprenderanno?

Il 2023 è considerato un anno ideale per investire in criptovalute, anche perché è stato finalmente emesso il primo regolamento europeo su questo settore.


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Azioni da dividendo: come investire e quali sono le migliori

azioni con dividendi

Il mercato azionistico da sempre si caratterizza per una notevole ambivalenza in quanto da un lato offre la possibilità di realizzare guadagni anche molto consistenti, ma d’altro lato è condizionato da un altrettanto elevato indice di rischio. In tutti i settori finanziari il pericolo di perdite è direttamente proporzionale alla consistenza dei rendimenti e questa correlazione risulta enfatizzata al massimo proprio per quanto riguarda le azioni, nella cui scelta diventa fondamentale seguire i consigli di professionisti del settore. Tuttavia è possibile in qualche modo contenere l’indice di rischio optando per le azioni con dividendi, titoli che, in aggiunta alle plusvalenze derivanti dal loro aumento di valore, consentono di ottenere un rendimento stabile.

Una soluzione del genere deve comunque venire affrontata con cognizione di causa e soprattutto a fronte di una conoscenza approfondita di tutte le caratteristiche delle azioni con dividendo, tenendo conto che in linea di massima questi prodotti finanziari garantiscono un rendimento più costante di quello derivante dall’incremento del prezzo delle azioni, ma soltanto sul lungo termine e pertanto prevedono tempistiche piuttosto dilatate e aspettative che non tutti sono disposti ad affrontare.

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Che cosa sono le azioni da dividendo?

Un’azione con dividendo è un titolo che offre agli azionisti il pagamento dei profitti che essi hanno maturato in un certo periodo di tempo, che può essere trimestrale, semestrale oppure annuale e che dipende dall’andamento di quel titolo sul mercato finanziario.

Si possono ritirare cedole ordinarie (che dipendono da uno scadenzario prefissato) oppure straordinarie (che derivano da condizioni eccezionali per cui la società ha realizzato maggiori entrate).

Optando per questo genere di azioni gli investitori sono in grado di generare un flusso costante di reddito derivante dal loro portafoglio, avendo anche la possibilità di rivalutare il capitale nel lungo termine.

Prima di scegliere un simile impegno economico, l’investitore deve informarsi in maniera esaustiva sulla politica gestionale della società di riferimento, dato che esiste una notevole variabilità operativa sui dividendi che possono mantenersi costanti nel tempo, oppure aumentati/diminuiti in base alle esigenze dell’emittente.

Infatti i dividendi non rappresentano un obbligo per la società, ma sono discrezionali e derivanti dall’impostazione economica dell’impresa, che può scegliere di distribuire i premi, ma anche di reinvestire aumentando in questo modo sia il valore della società che il prezzo del titolo.

Considerate una via di mezzo tra obbligazioni a tasso variabile e azioni tradizionali, questi prodotti finanziari hanno senza dubbio interessanti vantaggi economici e offrono una maggiore sicurezza agli investitori, ma sono condizionati dalle tempistiche più dilatate.

Esistono differenti modalità per acquistare le azioni in dividendo, e precisamente:

  •  direttamente in borsa;
  •  attraverso programmi d’investimento diretto;
  • con fondi comuni d’investimento;
  • mediante ETF (Exchange Traded Funds);
  • tramite broker;
  • appoggiandosi a Istituti Finanziari.

Generalmente le azioni con dividenti più alti sono quelle emesse da società affidabili, solide e presenti da anni sul mercato, dotate di un accesso diretto al mercato stesso (DMA: Direct Market Access), che è la modalità d’immissione delle operazioni indicato soltanto per trader esperti e competenti. Grazie al DMA gli investitori (prevalentemente broker) hanno la possibilità di fare trading diretto a livello delle borse senza il coinvolgimento di intermediari che, per un simile servizio, chiedono una percentuale.

Soltanto dopo aver completato tutte le operazioni necessarie per entrare in possesso di un titolo azionario, l’investitore ha acquisito l’opzione di ricevere il relativo dividendo, per cui a monte dell’intero processo bisogna che il punto di partenza sia solido e sicuro. Simili investimenti hanno senso soltanto nel lungo periodo in quanto nel breve termine i dividendi non vengono pagati perché non sono ancora maturati né emessi dalla società.

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Come gestire correttamente le azioni da dividendo?

Chi decide di diversificare il proprio portafoglio può orientarsi verso questo genere d’investimento, tenendo conto che le azioni con i maggiori dividendi sono quelle con tempistiche più dilatate e che pertanto non prevedono l’emissione di nessun premio per i primi mesi.

Per gestire correttamente tali prodotti finanziari è necessario seguire alcune tappe, che sono:

  • avere accesso a una piattaforma di trading on-line tramite banca oppure istituto finanziario;
  • avere un conto d’intermediazione;
  • avere in deposito una cifra sufficiente per coprire i costi dell’acquisto;
  • analizzare le varie proposte disponibili in rete;
  • selezionare quelle più adeguate alle proprie esigenze;
  • procedere all’acquisto.

azioni con dividendo

Una volta completato l’ordine, l’investitore entra in possesso dei titoli ed ha pertanto diritto a ricevere il pagamento dei dividendi secondo le procedure seguite dalla società d’emissione.

A seconda delle condizioni del mercato, ogni committente è esposto alle fluttuazioni dei prezzi, che possono essere anche molto notevoli sia per quanto riguarda i guadagni che le perdite, dato che simili variazioni derivano da fattori imprevedibili.

Qualunque sia l’intermediario prescelto, l’investitore deve poter contare su un preciso regolamento in grado di tutelare le sue scelte e di offrire le migliori garanzie economiche.

A tal proposito è opportuno scegliere società (oppure broker) con licenza, con assistenza legale e con sede all’interno dell’Unione Europea, tutti requisiti indispensabili per minimizzare l’indice di rischio.

Molti investitori si affidano a portali telematici specializzati nel trading on-line, la cui reputazione è ampiamente positiva in seguito al rating ottenuto nel tempo in seguito ai feedback degli utenti.

Prima di incominciare un percorso del genere bisogna comunque consultare un esperto del settore che, grazie alle competenze maturate in campo economico, è in grado di indirizzare al meglio anche i più inesperti che potrebbero quindi avere grosse difficoltà nella gestione del trading.

Mantenendo la certezza che un patrimonio diversificato consente di ricavare ottimi premi (sia da riscuotere che da reinvestire), l’opzione delle azioni con dividendo si conferma la scelta ideale per chi desidera ricavare cifre significative senza rischiare eccessivamente, ma senza movimentare il portafoglio nel breve termine.

Quali sono le migliori azioni da dividendo?

Le migliori azioni da dividendo sono quelle caratterizzate da due requisiti:

  • adeguamento completo alle esigenze individuali;
  •  bassa tolleranza al rischio da parte dell’investitore.

Gli investimenti più interessanti rimangono quelli che pagano dividendi (trimestrali oppure semestrali) il cui importo mostra un progressivo incremento nel lungo periodo, un andamento piuttosto simile a quello delle obbligazioni, ma con premi decisamente più considerevoli.

Bisogna inoltre che il pagamento dei dividendi sia sostenibile in relazione alla situazione finanziaria della società emittente e quindi non metta in evidenza punti di criticità presenti o futuri (che andrebbero inevitabilmente a inficiare la resa complessiva).

Sarebbe buona regola, inoltre, che gli investitori verificassero come potenziali mutamenti del mercato potrebbero impattare sulla disponibilità dei pagamenti di dividendi, per rendersi conto del reale indice di rischio.

Le migliori azioni con dividendi devono possedere le seguenti caratteristiche:

  • essere emesse da società solide a livello internazionale;
  • essere emesse da società che pagano regolarmente i dividendi;
  • non avere fluttuazioni troppo significative;
  • non essere titoli a crescita esplosiva;
  • non appartenere a società deboli economicamente;
  • non essere di recente emissione.

azioni con dividendi piรน alti

Nello scenario attuale le azioni con dividendo considerate tra le più appetibili appartengono a società che si occupano di energie rinnovabili e di energia in senso lato, in quanto questo settore è destinato a una progressiva valorizzazione sia nei contesti nazionali che internazionali.

È chiaro che quanto maggiore è la solidità del titolo e la sua presenza sul mercato, tanto più alti possono rivelarsi i dividendi dei premi.

Pertanto è opportuno orientarsi verso settori legati in qualche modo all’economia attuale e quindi alle esigenze del mercato globale.

Anche se il capitale investito rimane comunque a rischio in quanto, al contrario delle obbligazioni a tasso fisso, le azioni non offrono garanzie sul rientro del capitale, questi prodotti finanziari hanno una marcia in più rispetto a quelli azionistici tradizionali perché garantiscono il distacco di cedile.

Si può quindi dire che le azioni con dividendo attirano notevolmente gli investitori per la loro regolarità nel pagamento dei premi che, in qualche modo, funzionano da garanzia.

Ricevere un interesse da investimento, condizione tipica delle obbligazioni, rappresenta senza dubbio un “plus” che gli investitori hanno dimostrato di apprezzare moltissimo, soprattutto in questo periodo caratterizzato da un’estrema volatilità dei mercati.

L’investitore che decide di approcciarsi a questa tipologia azionaria deve tuttavia avere ben chiaro che l’indice di rischio non è azzerato, ma al contrario è presente nella misura in cui il prezzo del titolo in questione può oscillare in positivo, ma anche in negativo.

Tenendo conto di tutte queste variabili è necessario scegliere correttamente le azioni su cui puntare, valutando non soltanto il loro dividendo (che rimane il discriminante fondamentale), ma anche l’andamento del titolo nel tempo (che permette di stabilire la solidità dell’emittente).

I profitti derivanti dal dividendo non dovrebbero mai risultare inferiori rispetto alle perdite di capitalizzazione per evitare eventuali diminuzioni del capitale.

Le società più affidabili sono di norma quelle che in parte pagano i dividendi e in parte ridistribuiscono gli utili, in modo tale da incentivare costantemente il capitale sociale e dunque la solidità dell’impresa.

L’opzione di accantonare una parte degli utili per aumentare il capitale è sempre una scelta vincente sia nel breve che nel lungo termine, dato che permette di pagare i dividendi anche qualora si presentassero deficit economici a livello societario.

Pur essendo considerati una sorta di rendita passiva, i dividendi costituiscono un interessante ritorno economico per gli investitori che puntano sul lungo termine.

Spesso le azioni che promettono dividendi elevati, sono più volatili rispetto a quelle con premi di minore entità, per cui anche in questo campo è indispensabile diversificare il portafoglio in base ad azioni nazionali e internazionali, puntando soprattutto su quelle selezionate in base all’indice NASDAQ.

La maggior parte di questi prodotti finanziari paga le cedole una (annuali) oppure due (semestrali) volte all’anno, ma ci sono anche delle società che emettono cedole con maggiore frequenza.

Si tratta di azioni con dividendi mensili, che sono tra le più richieste sul mercato: una simile modalità, infatti, garantisce un maggiore controllo sugli investimenti e la possibilità di ridurre la loro durata qualora le condizioni non fossero più favorevoli.

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Domande frequenti

Le azioni con dividendo sono sicure?

No, in quanto risentono della volatilità del mercato finanziario, analogamente a tutti i titoli a tasso variabile.

Quali sono i vantaggi delle azioni con dividendo?

I vantaggi di queste azioni sono:

  • pagamento regolare del premio (mensile, semestrale o annuale);
  • garanzia di un flusso di reddito costante;
  • potenziale di rivalutazione del capitale;
  • vantaggi fiscali personalizzabili;
  • crescita del valore dei dividendi nel tempo.

Quali sono gli svantaggi delle azioni con dividendo?

I principali svantaggi di questi prodotti finanziari sono:

  • fluttuazioni del rendimento dei dividendi;
  • possibilità della società di ridurre o eliminare i dividendi;
  • necessità di possedere una certa competenza dei mercati finanziari.

In che cosa consiste il dividendo?

Il dividendo è un rendimento accessorio, che si associa a quello derivante dalle fluttuazioni del prezzo del titolo.

Da che cosa dipende l’ammontare del dividendo?

L’ammontare del dividendo dipende dalle scelte aziendali, che possono variare da premi inferiori al 50% fino a utili di oltre il 90%.

Tutte le società azionarie pagano i dividendi?

No, perché alcune preferiscono reinvestire gli utili con altre modalità.


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Investire in azioni amazon: come farlo e a chi affidarsi

investire su amazon

In un futuro sempre più incerto, costruirsi una somma di denaro che ci permetta di vivere tranquilli, è fondamentale. Grazie all’investimento, oggi anche di piccole somme di denaro, è difatti possibile mettere da parte cifre più o meno consistenti, che ci consentono di toglierci qualche sfizio. Ma come iniziare ad investire denaro? E soprattutto, come comportarsi in caso si voglia iniziare con piccole somme? In questo articolo vedremo dove e in quali modalità capitalizzare i propri risparmi, così da trovare le strategie più giuste in base alle proprie esigenze.

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Investire piccole somme: una premessa

Consultando i dati della Banca Italia, vediamo che gli italiani sono dei grandi risparmiatori, tuttavia non si tratta di un popolo di investitori. Si registrano infatti più di 1700 miliardi di Euro depositati sui conti dei cittadini italiani, i quali hanno una spiccata tendenza a lasciare fermi i propri risparmi per la paura di investire.

Questi conti deposito sono per di più esposti a tassi d’inflazione, ma la cultura del risparmio, ormai tramandata di generazione in generazione, sembra colpire anche i giovani di oggi.

Il mancato approccio attivo si riscontra anche nell’ambito pensionistico: sono pochissimi i lavoratori oggi che si sono rivolti a un professionista per conoscere in maniera dettagliata il proprio futuro e gestire i risparmi per il domani.

Ma se un tempo gli investimenti erano riservati a chi aveva da gestire grosse somme di denaro, oggi la facilità di accesso alla capitalizzazione è un chiaro segnale di innovazione finanziaria, che tuttavia in pochi stanno cogliendo.

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Dove investire piccole quantità di denaro?

Se vuoi entrare nel mondo degli investimenti, partendo però da piccole somme di denaro, oggi si può. La situazione finanziaria e l’approccio a questo settore negli ultimi anni è difatti del tutto cambiato: si è capito che investire online piccole somme non richiede un’operatività complessa e può essere molto profittevole.

Complice anche un’evoluzione tecnologica sostenuta dalla fintech, l’operatività e i costi legati agli investimenti sono oggi molto più contenuti rispetto a qualche anno fa.

E così, la rinnovata facilità di accesso ai mercati anche a chi possiede cifre contenute, insieme alla diffusione dei fondi passivi di investimento, anche conosciuti con la sigla ETF (exchange-traded fund), rappresenta una grande innovazione per chi vuole investire piccole somme di denaro.

Grazie all’avvento degli ETF, si sono aperte le strade a nuove strategie di investimento, che si rivelano ottimali anche per le cifre moderate, in quanto si dà vita ad una straordinaria diversificazione, che consente per esempio di investire un alto numero di titoli a costi molti vantaggiosi.

Una soluzione molto diffusa e semplice da utilizzare anche per i neofiti degli investimenti è sicuramente quella di affidarsi app che permettono di aprire un piano finanziario anche da zero.

Queste app mettono a disposizione veri e propri servizi di trading, ovvero consentono all’utente di vendere e comprare titoli di mercato anche a costi nulli o molto limitati.

Oltre ai fondi ETF e alle app, se ti stai chiedendo dove investire oggi piccole somme, non dimenticare il copy trading, che rimane uni dei metodi di guadagno più utilizzato a livello europeo tra i piccoli investitori. Selezionando i trader in base agli anni di esperienza, profilo di rischio e media delle performance, possiamo replicare le stesse azioni con il nostro account e ottenere risultati molto buoni con il minimo sforzo.

Anche il crowdfounding, un sistema ormai datato ma sempre promettente, permette di investire piccole somme di denaro: a raccolta fon di avvenuta, si inizia infatti un percorso di trasferimento del denaro per la realizzazione del progetto in corso, che potrebbe con tutte le buone intenzioni riscuotere un successo enorme e dare vita a startup e piattaforme redditizi.

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L’approccio giusto per investire piccole somme in modo efficace

Sicuramente il primo passo per riuscire a investire piccole somme di denaro è risparmiare. Sarebbero sufficienti anche piccoli investimenti con cadenza mensile per costruire passo dopo passo il proprio profilo finanziario e diventare sempre più esperti nel settore.

Grazie agli investimenti molte persone hanno potuto comprarsi l’auto dei sogni, pagare il mutuo della casa, aiutare i figli, o semplicemente mettere le basi per una vecchiaia serena dal punto di vista economico.

È vero che le spese oggi giorno sono talmente tante che non è per niente scontato riuscire a mettere da parte il denaro, tuttavia alle volte anche una semplice razionalizzazione delle proprie spese può fare la differenza. Lo studio delle entrate e delle uscite, permette infatti di delineare un andamento medio delle proprie finanze e adottare un approccio attivo nella gestione delle risorse economiche, con la possibilità di effettuare investimenti consapevoli e vantaggiosi. La visione razionale del flusso di denaro ci permette di avere un quadro più specifico sui nostri budget e ci sprona a prendere decisioni. Mettere nero su bianco è sicuramente una delle abitudini vincenti dell’abile investitore, il quale impara a prendere coscienza delle spese superflue, così da eliminare singolarmente le voci di costo.

Questo metodo insegna infatti non solo a capire se è possibile tagliare qualcosa, ma soprattutto permette di ottimizzare le uscite di denaro.

Questo atteggiamento di disciplina mentale si rivelerà vincente nell’investimento ed è il punto da cui partire per fare scelte consapevoli per investire piccole somme di denaro.

Come investire piccole somme e trovare una strategia

Una volta individuata la somma che si vuole destinare alla capitalizzazione, magari da affiancare a quote messe da parte negli anni, è arrivato finalmente il momento di farsi coraggio e mettersi sul mercato.

In fase iniziale, una buona strategia è quella di delineare un PAC, ovvero un Piano di Accumulo del Capitale, che ci permette di accrescere il capitale da investire attraverso versamenti a cadenza regolare.

È normale agli inizi sentirsi intimoriti dal mondo della finanza: si tratta infatti di un ambito complesso, che richiama sempre un certo scetticismo, legato alla paura di ricadere in preda a truffatori.

Ecco che grazie ad un piano di accumulo, anche gli investitori più giovani o alle prime armi sono guidati da scadenze regolari, che permettono di costruire basi salde per la creazione di un capitale futuro.

Il tempo è difatti il migliore amico e specialmente se non si hanno conoscenze nel mondo della finanza, la migliore strategia è quella di non avere fretta di guadagnare, ma piuttosto seguire un percorso lineare, investendo piccole somme a poco a poco. Solo in questo modo si può arrivare ad ottenere risultati importanti, che gettano le basi per una sicurezza finanziaria nell’età adulta.

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Come iniziare a capitalizzare piccole somme di denaro?

Grazie alla tecnologia, la gestione del patrimonio finanziario è oggi accessibile a tutti. Non importa infatti possedere grandi capitali per usufruire di questi servizi, e nemmeno occorre essere esperti in materia di finanza.

Dall’altra parte, questa facilità di accesso crea un senso di insicurezza nell’opinione pubblica, perché si pensa sempre che la fregatura sia dietro l’angolo.

A questo proposito, si ricorda che investire piccole somme di denaro non ha niente a che fare con giocare in borsa. I risparmi investiti non vengono infatti messi in balia del mercato spietato ma sono continuamente monitorati e, attraverso la diversificazione, vengono salvaguardati dai possibili rischi.

Per iniziare a capitalizzare piccole somme di denaro con la massima accuratezza, la strategia di adottare un piano di gestione patrimoniale è quindi senz’altro molto adeguata.

In questo modo, non solo si riducono i rischi, ma si riducono anche i costi di gestione, in quanto la gestione passiva è molto meno onerosa di quella attiva, e si ha modo di diversificare l’investimento. Questo accade perché la conduzione su asset differenti permette di bilanciare eventuali perdite con i guadagni provenienti da un’altra classe di titoli.

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Domande frequenti

Esiste una somma minima per cominciare a investire sui mercati?

No, non esiste una somma minima in assoluto. Generalmente, si oscilla tra i 100€ e i 200€, tuttavia esistono anche broker che consentono di iniziare ad investire anche con cifre simboliche, come 5€ o 10€.

Qual è la migliore strategia per investire piccole somme di denaro?

La strada migliore da percorrere quando si vuole iniziare ad investire piccole cifre di denaro, è quella di creare un Piano di Accumulo del Capitale. In questo modo si effettuano piccoli depositi mensili e si mantiene sempre vivo il controllo attivo dei risparmi e delle cifre da destinare alla capitalizzazione.

Qual è il modo per investire con la minore percentuale di rischio?

Uno dei metodi più efficaci per mantenere basso il livello di rischio è quello di affidarsi agli ETF. In questo modo la diversificazione del portafoglio di investimento viene assicurata e con essa ne viene anche ridotta la volatilità.

Che cosa sono gli ETF?

Con ETF (acronimo di Exchange Traded Funds) si indicano dei veri e propri fondi caratterizzati da basse percentuali di gestione. La loro peculiarità è quella di replicare fedelmente l’andamento degli indici azionari a cui fanno riferimento, ed è per questo che consentono agli investitori di esporsi immediatamente al mercato. Flessibili, trasparenti ed economici, gli ETF sono uno strumento in continua evoluzione, che concorre all’abbattimento del rischio emittente.

Quali sono i passaggi per iniziare a fare trading di piccole somme online?

Per prima cosa, bisogna aprire un account presso un broker online, dopodiché si ottiene accesso alla piattaforma scelta e da lì si impara a utilizzarla e a capire come muoversi al suo interno. Una volta acquisite le conoscenze base, è fondamentale seguire una propria strategia e iniziare a investire piccole somme in modo graduale.


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Idee investimento 2023: su quali settori puntare

su cosa investire nel 2023

Il 2022 è stato un anno particolarmente impegnativo per gli investitori, l’impennata dei prezzi dell’energia a seguito delle tensioni geopolitiche internazionali si è ripercosso pesantemente su tutti i settori merceologici, accendendo la miccia dell’inflazione. La risposta delle Banche Centrali, sia europee che oltre oceano è stata immediata con repentini e periodici incrementi dei tassi di interesse. Queste mosse hanno a loro volta innescato una caduta nel valore dei bond, che hanno performato negativamente come mai era successo nel recente passato, e spinto i mercati sull’orlo di una recessione.

Affacciandoci al 2023, gli scenari rimangono quanto mai instabili e deve essere posta molta cura nel determinare correttamente l’asset allocation del nostro portafoglio. Di seguito si discuteranno alcune delle idee per investire nel 2023, presentandole in ordine di rischio.

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Idee per investimenti a basso rischio nel 2023

L’unica buona notizia arrivata nel 2022 per gli investitori è che, congiuntamente all’aumento dei tassi, sono iniziati a tornare i rendimenti sui conti deposito di alcuni istituti di credito. Questo perché, a fronte dell’aumentare del costo del denaro per finanziarsi, le banche cercano di comprare questo denaro cercando di attirare i soldi da parte degli investitori con tassi finalmente superiori allo “zero virgola” che ha caratterizzato almeno l’ultimo quinquennio.

Si deve qui rimarcare che un investimento su un conto deposito non salvaguarda i nostri soldi dalla perdita di valore dovuta all’inflazione, questo perché, anche a fronte di qualche (pochi) punto percentuale di rendimento, ci ritroviamo con una inflazione che sale quasi a doppia cifra e quindi si avrà comunque una perdita di valore reale del nostro capitale. Però, se siamo particolarmente avversi al rischio e alle turbolenze, si potrebbe disinvestire una parte del portafoglio da investimenti più rischiosi per parcheggiarla in un rendimento certo in attesa di tempi migliori.

Una seconda idea per investire a basso rischio, che potrebbe pagare in queste condizioni di mercato, è un investimento in oro attraverso strumenti come gli ETF sull’oro a detenzione fisica. L’oro è da sempre considerata una commodity difensiva durante i periodi di turbolenza sui mercati e, secondo molti analisti finanziari, potrebbe portarsi nuovamente sui massimi già raggiunti allo scoppio della guerra in Ucraina. Inoltre, in generale, l’oro non è soggetto a fluttuazioni estreme o movimenti improvvisi come altre commodity energetiche (ad esempio petrolio e gas naturale), quindi si può sempre valutare una uscita dall’investimento laddove il trend dovesse invertirsi in caso di miglioramento dello scenario macroeconomico.

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Idee per investimenti in obbligazioni nel 2023

I portafogli con elevate percentuali di bond come i classici portafogli bilanciati 60/40 (60% azioni e 40% obbligazioni) sono usciti piuttosto malconci dal 2022, al pari dei fondi pensione e dei fondi obbligazionari.

Nel 2023 complice anche l’innalzamento dei rendimenti su tutta l’asset class, le obbligazioni possono rappresentare una idea di investimento vantaggiosa e portare anche buoni rendimenti. Questo per due principali motivi:

  • i tassi sono saliti anche su bond molto affidabili, come quello tedesco ed in misura proporzionale anche su quello italiano. Quindi le ultime emissioni sono state caratterizzate da tassi nel range che gli americani chiamano “low single digit”, ovvero tra il 2 e il 5%. Questo permette di ottenere un rendimento che, date le premesse, non è detto che sarà raggiunto dai mercati azionari, caratterizzati da molta volatilità e da previsioni di lateralizzazione e, secondo i più pessimisti, anche recessione.

  • molte banche centrali sono confidenti che le manovre sui tassi saranno in grado di raffreddare le spinte inflazionistiche, e che già verso la fine dell’anno ci potrebbero essere correzioni al ribasso dei tassi. Il ribasso dei tassi permette alle obbligazioni di avere apprezzamenti anche in conto capitale (quindi sul valore del bond), e quindi un posizionamento su questa asset class potrebbe essere strategico anche se forse sarebbe il caso di aspettare ancora qualche mese per vedere se la situazione evolve in maniera imprevista.

Come sempre scegliere Bond di tipo Governativo dei principali paesi dell’area Euro o Bond societari di tipo Investment Grade, quindi con rating fino a Baa (Moody) o BBB (S&P e Fitch).

In questo periodo si sconsiglia di mantenere una grande percentuale del proprio portafoglio investito in High Yield Bond poiché il premio di rendimento pagato da questo tipo di obbligazioni, caratterizzate dall’essere al di sotto dell’investment grade, non è sufficientemente ripagante rispetto al rischio che si corre su queste società, che possono risentire in maniera pesante della stretta monetaria (credit crunch), arrivando anche al default.

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Idee per investimenti in azioni nel 2023: mercati su cui puntare

Una premessa prima di parlare di investimenti azionari. Il 2023 sarà caratterizzato da un perdurare di questa fase ad alta inflazione e alti tassi di interesse; questo implica che il settore azionario potrebbe esserne fortemente penalizzato perché:

  • tutte le società che producono di beni o servizi, saranno indirettamente interessate dal rincaro delle materie prime e dell’energia che porterà ad una riduzione degli utili;

  • l’aumentare dei tassi di interesse rende difficile il rifinanziamento delle aziende che devono presentarsi al mercato con bond corporate con tassi di interesse più alti per attrarre investimenti, questo potrebbe creare problemi alle aziende meno solide e pesare sui bilanci.

  • sempre l’aumento dei tassi rende i Bond appetibili quanto le azioni in quanto a rendimenti, quindi una parte del fiume di soldi che era stato riversato sulle borse inizierà ad essere ripartito tra azioni e bond.

Quindi, il mantra da ripetere costantemente quando si cercano idee su cosa investire nel 2023 è “stock picking”; infatti gli investimenti in singole azioni ben selezionate probabilmente renderanno meglio degli investimenti sugli indici.

Per il 2023 gli analisti prevedono una ripresa dei mercati emergenti, che sono stati schiacciati nel 2022 da un dollaro molto forte. Il calo del dollaro rispetto ai massimi toccati verso fine anno scorso porterà benefici a mercati come il Brasile, l’India e la Cina. Quest’ultima grazie anche alla fine della politica zero Covid riprenderà lentamente ad essere la fabbrica del mondo e potrebbe essere una buona idea investimento per il 2023.

Il mercato americano, nonostante le azioni siano tornate a multipli quasi ragionevoli, rispetto alle poco realistiche valutazioni di inizio 2022, non sarà ancora trascinato al rialzo come prima dai buyback di azioni proprie che tanto hanno spinto le quotazioni di banche e tecnologici e il dollaro in calo, congiuntamente ad una politica della FED molto restrittiva, potrebbe non privilegiare i rendimenti.

I mercati europei si trovano tra l’incudine dell’inflazione e il martello della guerra che non da segnali di conclusione. Sicuramente un attento stock picking, specialmente su mercati un po’ più forti come quello tedesco e francese, potrebbe regalare buone sorprese, anche se l’interruzione delle ostilità in Russia sarebbe la notizia che permetterebbe ai mercati di dormire sonni molto più tranquilli.

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Idee per investimenti in azioni nel 2023: settori su cui puntare

Faremo ora una panoramica dei principali settori merceologici azionari per analizzare i migliori quelli che potrebbero rappresentare un idea per gli investimenti in azioni nel 2023.

Sicuramente uno dei settori su cui c’è ancora molta attenzione e spinta è quello delle energie rinnovabili, posizionarsi su aziende che producono apparati e sistemi per la produzione di energia rinnovabile, possibilmente con multipli non molto alti potrebbe essere un buon investimento.

In periodi di turbolenza nelle borse, un possibile porto sicuro potrebbero essere i titoli difensivi ovvero quelli la cui domanda è costante nelle varie situazioni economiche essendo, ad esempio, legati ai beni di prima necessità e ai prodotti per la cura della salute, a cui normalmente non si rinuncia anche in periodi di crisi.

Anche il settore bancario potrebbe beneficiare dell’innalzamento dei tassi, che per le banche si traducono anche in maggiori interessi sul denaro a loro volta prestato ad aziende e cittadini. Di contro però le banche potrebbero non avere l’apporto importante dei rendimenti di Borsa che negli ultimi anni era proprio la parte preponderante dei propri utili.

Infine, il settore energetico, specialmente in Europa, potrebbe continuare a macinare utili grazie al prezzo delle materie prime e agli extra-profitti generati dalla vendita di energia, che solo in parte iniziano ad essere tassati dagli stati.

I settori, invece, da prendere molto con le pinze e su cui è importante applicare rigorosamente la strategia di stock picking, anche tramite una approfondita analisi fondamentale, prima di investire sono:

  • gli industriali energivori, come chimica e metallurgia, che continueranno a subire l’impatto delle materie prime nei conti economici;

  • gli automobilistici, sia per quanto indicato nel punto precedente sia per una ridotta propensione all’acquisto di auto da parte dei cittadini in periodi di incertezza;

  • i telefonici, flagellati da mercati ipercompetitivi e prezzi continuamente in discesa o al massimo stabili, specialmente nel mercato europeo.

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Domande frequenti

I tassi di interesse continueranno a salire nel 2023?

Sia la BCE che la FED hanno dischiarato che i rialzi non sono ancora finiti e che probabilmente ci sarà ancora un incremento dei tassi di interesse. Molti analisti prevedono che sarà l’ultimo incremento e che i tassi potrebbero già iniziare a scendere alla fine del 2023.

I FAANG continueranno a regalare performance a 2 cifre nel 2023?

Le azioni dei colossi tecnologici degli Stati Uniti hanno regalato guadagni stellari agli azionisti durante la pandemia, mentre nel 2022 hanno perso molto dai massimi raggiunti. I periodi recessivi non sono favorevoli alle società tecnologiche che infatti hanno annunciato pesanti tagli di personale per cercare di mantenere elevati valori di Earnings Per Share. Il 2023 prevede un andamento abbastanza laterale per i FAANG che potrebbe migliorare se si intravedesse a breve la fine dell’incremento dei tassi.

Le criptovalute possono essere una idea di investimento per il 2023?

Le criptovalute sono crollate abbastanza stabilmente nel 2022 complice la riduzione di liquidità imposta dall’aumento dei tassi e i ridotti guadagni sul mercato azionario e obbligazionario che hanno drenato soldi dal settore delle criptovalute. Nel 2023 si prevede una stabilizzazione del settore e delle quotazioni che potrebbero anche beneficiare del rallentamento della crescita dei tassi.

Conviene disinvestire dai mercati nel 2023?

La risposta a questa domanda è: dipende. Dipende dalla propensione al rischio, se non si è particolarmente propensi a vedere segni meno nel conto titoli, sarebbe opportuno alleggerire le posizioni. In generale, però, se si ha la pazienza di studiare titoli e mercati, le situazioni di incertezza economica consentono anche di acquistare azioni di ottime società a multipli ragionevoli e che in una ottica di medio periodo (3/5 anni) potrebbero regalare buoni guadagni.


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Come investire 10.000€ in maniera efficace e sicura

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Investire 10.000 euro oggi può essere un’operazione utile per ottenere una rendita nel breve e medio termine, ma non sempre facile da attuare. Infatti, la crisi economica dovuta al Covid-19, alla guerra nell’Est Europa e all’emergenza energetica sono tutti fattori che possono portarti a valutare di mantenere i soldi liquidi. Tuttavia, questa scelta non si prospetta delle migliori. Infatti, a causa del tasso d’inflazione che ha raggiunto l’11,6% rischierai di vedere eroso il tuo patrimonio. Se possiedi una somma pari a 10.000€ e vuoi proteggere il tuo denaro e al contempo cercare di ottenere un probabile guadagno, allora la soluzione è quella di investire. A questo punto sorgono alcune domande. Quali sono gli investimenti più sicuri? Dove è possibile investire nei momenti di crisi economica? In questa guida troverai tutte le opportunità per tutelare il tuo denaro in maniera efficace e sicura.

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Come investire 10.000€ senza rischi

È possibile investire senza rischi? Un quesito che spesso ci si pone soprattutto se l’importo di 10.000€ è una somma che hai accumulato dopo diversi anni di risparmio, oppure hai ereditato. La risposta non è semplice. Infatti, quando si parla di investimenti di 10.000€ anche se non è una somma esageratamente alta, può comunque cambiare il tuo status economico, migliorandolo, se utilizzata nel modo corretto. Tuttavia, ogni operazione finanziari prevede sempre dei rischi anche se minimi. Per questo diventa fondamentale seguire una serie di step al fine di valutare quale siano le opportunità più adatte alle tue esigenze economiche. In questa prospettiva, ecco quali sono i passaggi da seguire:

• 1. fissa un obiettivo;

• 2. valuta il rischio che vuoi affrontare;

• 3. scegli dove fare un investimento di 10.000€.

Fissa un obiettivo

L’obiettivo è il traguardo che vuoi raggiungere, ovvero la motivazione che ti ha spinto a scegliere di investire 10.000€ invece di posizionarli su un conto deposito. Stabilire questo aspetto è importante soprattutto per valutare al meglio quali sono gli asset su cui operare e diversificare il portafoglio nel modo più adatto. Ad esempio, se vuoi ottenere un ritorno economico immediato, allora dovrai puntare su operazioni più rischiose come quelle sulle azioni. Viceversa, se il tuo obiettivo è quello di incrementare la tua futura pensione, potrai valutare di optare su una forma di risparmio gestito come i PAC. Infine, se vuoi utilizzare questo denaro per un lavoro sostitutivo, potrai optare per una delle attività online remunerative.

Valuta il rischio che vuoi affrontare

In base alla tipologia di obiettivo dovrai valutare anche quel è il tuo profilo di investitore. Puoi valutare tre diverse tipologie di rischio a cui andrai incontro:

• basso;

• medio;

• alto.

Il ritorno economico è direttamente proporzionale all’indice di rischio. Quindi, se scegli di investire su attività più tranquille, avrai maggiore sicurezza di proteggere il tuo denaro, ma otterrai in proporzione un rendimento minore. Viceversa, ma mano che aumenti il livello di rischio di un investimento, più alte sono le opportunità di guadagno. Un esempio può essere utile. Chi investe in borsa su asset ad alta volatilità come le criptovalute o le azioni hi-tech può trovarsi nel giro di breve tempo con portafogli milionari: vedi il caso famosissimo dei Bitcoin e di GameStop.

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Scegli dove investire

L’ultimo passaggio è quello di valutare quali sono le opportunità che il mercato offre per effettuare un investimento di 10.000€ in modo efficace e sicuro. Vediamo quelle che vengono oggi considerate le soluzioni più valide, partendo da quelle più sicure fino ad arrivare agli investimenti sui mercati azionari.

Come investire 10.000 euro alle Poste

Investire nelle poste ti offre un perfetto connubio tra rischio limitato e un ritorno economico sicuro. Infatti, grazie al controllo della Cassa Depositi e Prestiti e del Ministero dell’Economia e Finanze, il tuo denaro sarà sempre al sicuro, evitando eventuali procedure fallimentari o di bail-in. Le opportunità per investire in poste italiane sono principalmente due:

1.buoni fruttiferi postali;

2. libretti di risparmio.

I buoni fruttiferi prevedono la sottoscrizione di un titolo con il versamento di una somma di denaro. In cambio otterrai un rendimento variabile dallo 0,4% all’1,5% per tutto il periodo della sottoscrizione. Invece nel caso del libretto di risparmio online o quello cartaceo potrai versare una somma di denaro a scadenza periodica su cui si applicherà un interesse variabile.

Come investire 10.000€ in attività

Altra soluzione su come investire 10.000€ in modo efficace e sicuro può essere quello di decidere di creare una tua attività commerciale sia part-time, sia full time. Infatti, grazie alla digitalizzazione e al web potrai investire anche una somma minima e ottenere sin da subito un ritorno economico. Tra le soluzioni concrete puoi considerare:

• dropshipping;

• crowdfunding immobiliare;

• aprire un’attività in franchising.

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Dropshipping

Un sistema molto diffuso e che ti permette di allestire un e-commerce per la vendita di prodotti di vario genere, ma con un investimenti ridotti come 10.000€. La caratteristica è quello di permetterti di operare anche senza la disponibilità di un magazzino. Il sistema è abbastanza semplice. Dovrai per prima cosa accordarti con un fornitore che permetta di utilizzare questo sistema di business model. A questo punto un cliente accederà sull’e-commerce effettuando acquisti di prodotti che esporrai in vetrina, ma che non sono presenti nel tuo magazzino. Una volta effettuato l’ordine, sarà il fornitore di dropshipping a inviare la merce. Tutti i soggetti ottengono un vantaggio: il cliente riceve il prodotto, tu ottini una percentuale sulla vendita e il fornitore venderà l’articolo.

Crowdfunding immobiliare

In momenti di instabilità del mercato, un dato rimane sempre costante: il settore immobiliare. Tuttavia, fino a pochi anni fa investire in immobili era un’operazione che richiedeva capitali superiori a un investimento di 10.000€. Oggi grazie a sistemi come l’equity e i lending crowdfunding le situazioni sono cambiate e potrai operare anche con un capitale minimo di 50€.

Il termine crowdfunding può essere tradotto come raccolta fondi. In questo caso si prevede che più soggetti intervengano insieme al fine di raggiungere una somma specifica necessaria per:

acquisire una quota all’interno di una società immobiliare, con un ritorno economico nel momento in cui un progetto viene concluso;

utilizzare i 10.000€ come prestito a un’impresa edile al fine di iniziare e completare un preciso progetto, ottenendo un rendimento costante per tutto il periodo del prestito.

Nel primo caso si parlerà di equity crowdfunding, mentre nel secondo di lending crowdfunding.

Investi in un franchising

Vuoi realizzare l’obiettivo di un’attività investendo 10.000€. Questa somma è perfetta per aderire a un progetto di franchising. Con questo termine si identifica la possibilità di iniziare un’attività commerciale supportarti dal sistema di know how e dalla competenza di una brand già affermato. Infatti, nel contratto di franchising otterrai un sostegno finanziario, gestionale ed economico nello sviluppare una tua attività. Ad esempio, se decidi di aprire un negozio appartenente a una catena di un brand famoso, dagli aspetti architettonici a quelli burocratici, sarai affiancato da un team di consulenti della società di franchising. In questo modo potrai avvicinarti a un’attività anche se non hai un’esperienza di base. Tuttavia, devi considerare che per iniziare sarà necessario un investimento di base. Inoltre, in cambio dei vantaggi che otterrai nell’utilizzare un marchio rinomato e prodotti di qualità, dovrai versare una royalty oltre a rispettare le direttive previste per quanto riguarda i prezzi dei prodotti e l’aspetto del marketing.

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Investimento di 10.000€ in banca

Una soluzione che ti permette di investire anche su asset con un indice di rischio maggiore, ma al contempo con una certa sicurezza è quella di affidarti a un istituto bancario che preveda una sezione dedicata per la consulenza finanziaria e l’operatività sui mercati. Un tempo questa operazione poteva avvenire solo indirettamente, rivolgendosi a un consulente finanziario della banca. Ogni operazione richiedeva tempo e soprattutto anche ingenti capitali, dato che il guadagno del consulente era strettamente collegato all’importo impiegato sui singoli asset. Anche in questo settore la digitalizzazione ha portato novità interessanti. Infatti, oggi hai diverse possibilità di investire in banca. Ecco le principali soluzioni:

• utilizzare un conto deposito;

• rivolgersi a un family banker;

• investire sulle piattaforme di trading bancarie.

Utilizzare un conto deposito

Il conto deposito è una tipologia di conto corrente grazie al quale potrai ottenere un rendimento costante sui soldi depositati e che varia dallo 0,40% fino al 3,75%. Il meccanismo è abbastanza semplice. Dovrai scegliere le banche che prevedono questa tipologia di strumento finanziario e versare sul conto l’importo che su cui ottenere un rendimento, ad esempio investendo 10.000€. Su questo importo si applicherà la percentuale di interessi prevista. Questa varierà in base alla tipologia di conto deposito. Se ne distinguono di due tipi:

• vincolato: il denaro rimarrà bloccato fino alla scadenza dei termini del deposito;

• non vincolato: in questo caso potrai prelevare i tuoi soldi in qualunque momento, ma otterrai un rendimento più basso.

Rivolgersi a un family banker

In questo caso avrai la possibilità di investire 10.000€ supportato dall’aiuto di un consulente finanziario della banca. Potrai quindi sfruttare la tua esperienza al fine di valutare quali sono le operazioni più adatte per la somma che hai a disposizione. Inoltre, grazie alle piattaforme online, potrai controllare l’andamento degli asset che hai acquistato in tempo reale e di chiudere in maniera autonomia una posizione.

Piattaforme di trading bancarie

Infine, altra opportunità di investire 10.000€ è quella di scegliere di utilizzare una piattaforma di trading online bancaria. Infatti, oggi diverse banche ti offrono l’opportunità di aprire un conto corrente e abilitare l’accesso a un’interfaccia di investimento professionale. Un esempio, sono Fineco, Banca Mediolanum e Banca Sella. Avrai l’opportunità di operare sui principali mercati, italiani ed esteri, oltre a investire su una vasta gamma di strumenti finanziari. Infine, sono presenti anche diverse app mobile, collegate a un conto corrente, che ti permettono di investire anche con piccole somme.

Dove investire 10.000 euro in borsa

Tra le forme di investimento con un rischio medio alto vi è quello in borsa, tramite un broker riconosciuto. Infatti, attraverso una piattaforma di trading online potrai acquistare e vendere azioni in modo autonomo acquisendone il possesso reale e quindi con il relativo controvalore, oppure scegliere di operare utilizzando strumenti finanziari come i CFD (Contract for Difference). Nel primo caso otterrai un guadagno se la quotazione dell’asset su cui hai investito aumenta di valore. Nel secondo potrai operare sia in una fase di crescita del mercato, aprendo una posizione di acquisto, sia in un trend negativo con una di vendita. Il vantaggio è quella di investire con una somma ridotta, dato che non dovrai subentrare nell’intero valore dell’asset ma solo in quella del contratto. Inoltre, avrai l’opportunità di utilizzare la leva finanziaria, aprendo una posizione più ampia anche con un capitale minore. Ad esempio, se operi con una leva pari a 5:1, investendo 10.000€ potrai avere un’esposizione finanziaria pari a 50.000€. Ovviamente i CFD prevedono un indice di rischio elevato, dato che in caso di una valutazione sbagliata otterrai una perdita pari all’intero importo della leva.

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Domande frequenti

Quanto si può guadagnare investendo 10.000€?

L’importo che puoi guadagnare investendo 10.000€ varia in base alla tipologia di strumento finanziario utilizzato e al rischio.

Come investire 10.000€ alle poste?

Potrai investire 10.000€ alle poste scegliendo di acquistare buoni fruttiferi, oppure aprendo un libretto di risparmio.

Come investire 10.000€ senza rischi?

Le idee per investire 10.000€ senza rischi sono diverse e le troverai leggendo la nostra guida.


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Defi wallet: come funziona e quali sono i migliori

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Se sei entrato nel mood delle operazioni con le criptovalute e desideri custodire il tuo denaro digitale in totale sicurezza per poter procedere agli investimenti, la scelta di un Defi wallet si rivela quella vincente nella maggior parte dei casi. Parliamo di portafogli non custodial, all’interno dei quali sono inseriti degli asset che però non vengono controllati da un investitore centrale.

Cosa sono i Defi wallet

La caratteristica principale di questo sistema è infatti la decentralizzazione, che permette di accedere e operare ricorrendo a una password.

In questo articolo vedremo nel dettaglio quali sono le caratteristiche del principali Defi wallet presenti sul mercato e perché sono essenziali per proteggere le criptovalute e gestirle in totale autonomia.

Quello degli investimenti e del trading online è infatti un mondo affascinante e in continua espansione, ma è importante conoscerne i rischi e cercare di mettersi al riparo, per evitare di perdere il proprio capitale a causa delle cyber truffe e di un controllo non adeguato delle proprie finanze.

Come funzionano i Defi wallet e quali sono le loro principali tipologie

I Defi wallet, come visto, servono essenzialmente a proteggere la propria cryptovaluta ed eseguire una serie di operazioni che la specifica piattaforma consente.

Numerosi sono gli investitore che hanno deciso di passare a tale sistema, capendone i vantaggi a livello economico, di sicurezza e di semplicità di utilizzo.

La tecnica impiegata dai migliori portali in circolazione è la Yield Farming, che consente non solo di operare in maniera attiva nel mondo degli investimenti, ma anche di guadagnare in forma passiva tenendo ferme le proprie criptovalute.

La strategia di Yield Farming si suddivide in quattro tipologie essenziali: Liquidity Pool, Staking Pool, Lotterie Crypto e Farming.

Tutte consentono di congelare le proprie criptovalute inserendole nelle pool prescelte e attendendo dei guadagni passavi in base alle previsioni, talvolta elevate e molto redditizie.

Immagina un conto deposito che genera degli interessi; il concetto è più o meno lo stesso, con la differenza che il tutto è trasferito in una sfera digitale.

Entrare in una delle migliori piattaforme di Defi wallet presuppone che il tuo portafoglio abbia delle precise carattestiche e soprattutto possieda al suo interno una varietà ampia delle principali criptovalute, come Binance coin, Polygone, Solana o Ethernum.

Vediamo quindi quali sono le migliori piattaforme attualmente sul mercato e come sceglierle in base alle specifiche caratteristiche e alle proprie esigenze del momento.

Le tipologie di Defi wallet

Prima di entrare nel merito dei portali, è però opportuno distinguere le varie tipologie, in modo da conoscerne il funzionamento e poter optare per la migliore in quel preciso momento storico.

Hot wallet: partiamo dal presupposto che questi Defi wallet sono leggermente meno sicuri rispetto a quelli definiti cold, in quanto prevedono un accesso a Internet per funzionare, con tutti i rischi che ne possono conseguire.

Per poter accedere è richiesta l’impostazione di una password e sono consigliati soprattutto a coloro che hanno ingenti capitali crittografici.

A loro vantaggio abbiamo la semplicità di utilizzo e il costante aggiornamento, così da poter scambiare e ottenere guadagni passivi superiori rispetto a molti dei competitor del settore.

Cold wallet: come accennato, questo è il sistema più sicuro che il mercato è capace di offrire, in quanto l’accesso avviene offline e le possibilità di interferenza sono piuttosto limitate.

Tuttavia, questo comporta che il funzionamento non è a 360 gradi come gli hot wallet, quindi si prestano esclusivamente a un determinato target di clientela, composto da coloro che operano a lungo termine sul guadagno passivo ma non sono continuamente attivi negli scambi di criptovalute.

Inoltre, è richiesta una quantità elevata di moneta digitale per poter operare portando i frutti desiderati.

Exchange wallet: le exchange crypto permettono anche di proteggere e conservare la moneta all’interno del proprio sistema e senza portarla all’esterno.

La funzionalità è però piuttosto limitata, quindi si consiglia questa soluzione solo nelle prime fasi dell’acquisto e se si possiede un capitale modesto, altrimenti meglio rivolgersi alle altre due possibilità, da selezionare anche secondo la propria inclinazione di maggiore o minore rischio.

Le migliori piattaforme di Defi wallet: caratteristiche e differenze

Defi Swap

Iniziamo con una piattaforma piuttosto recente, che orbita attorno al mondo di Defi coins, la quale ha riscosso un notevole successo e attirato l’attenzione degli appassionati del settore.

Si tratta di un portale all’interno del quale è possibile scambiare criptovalute, attuando una strategia di maggiore o minore rischio, ma anche ottenere una serie di guadagni passivi nel breve, medio e lungo termine, scegliendo le migliori pool per fermare le proprie criptovalute e farle rendere senza muoverle.

Le ricompense che è possibile ottenere si quantificano attorno allo 0,25% rispetto a tutte le commissioni che riguardano le operazioni dei token depositati in un’apposita pool.

Gli amanti degli scambi digitali hanno immediatamente notato come si tratti di un compenso alto e hanno deciso di dare la propria fiducia a questo nuovo portale.

I piani di staking che caratterizzano il farming sono 4, bronze, silver, gold e platinum, ognuno dei quali capace di offrire un rendimento piuttosto elevato e che cresce a seconda del pacchetto prescelto.

crypto defi

Crypto.com

Gli esperti del settore conoscono certamente questo portale, che è uno dei più noti quando si parla di acquisto e scambio di cryptovalute.

Si tratta della soluzione più completa che il mercato è attualmente capace di offrire, che soddisfa a 360 gradi con una vasta gamma di funzioni utili e moderne.

Parliamo di un sito definito all in one, poiché possiede tutte le caratteristiche che si possono desiderare in un sistema di questo genere, compresa la possibilità di conservare cryptovalute e ottenere dei guadagni passivi e del rendimento elevato.

Realizzando un solo account potrai quindi accedere all’exchage, uno dei più ampi del pianeta, al marketplace, all’app mobile del cellulare, alla carta Visa appositamente creata e appunto al crypto wallet.

La tipologia è quella dell’hot wallet, assicurando però un grado di sicurezza elevato e con la possibilità di recuperare allo stesso tempo la password in maniera rapida e intuitiva.

Potrai swappare più di 100 criptovalute diverse, tra le classiche e le emergenti, inviarle a tariffe di rete, impostare un’attività di farming e scegliere anche il cold storage se la modalità hot non ti fa stare totalmente tranquillo.

Possiamo affermare che questo portale si presta a ogni tipo di investitore, da quello ormai inserito nel sistema e dal capitale consistente a quello alle prime armi che desidera mettersi in mani sicure e non vuole rischiare di perdere il proprio denaro digitale.

eToro money

eToro è una piattaforma che nel corso del tempo ha saputo conquistare gli investitori sotto vari punti di vista, confermandosi come una delle più complete e affidabili del mercato.

Parliamo di un colosso del settore che fornisce un sicuro servizio di hot wallet, controllato con cura e in grado di proteggere anche grandi capitali di cryptovalute.

Numerose sono le funzionalità originali che sono fornite al cliente, che oltre a conservare le cryptovalute possono anche eseguire il social trading e realizzare uno smartportfolio.

Ricorrendo a questa soluzione avrai a disposizione ben 500 asset digitali sui quali operare, oltre che una password privata con chiave di sicurezza e un indirizzo onchain.

Gli investimenti in criptoasset sono altamente volatili e non regolamentati in alcuni Paesi dell’UE. Non c’è protezione per i consumatori. Possono essere applicate imposte sui profitti.

Binance Chain Wallet

Se utilizzi l’exchange di Binance, questo è il Defi wallet collegato, che ti consente di eseguire operazioni ma anche guadagnare in forma passiva.

Permette di ricorrere a cryptovalute emergenti e si configura com eil miglior sistema 3.0, con la possibilità di creare nuovi NFT.

Molto interessante è il sistema di wallet direct, che collega in automatico il tuo portafoglio al conto Binance, in modo che le cryptovalute scambiare siano immediatamente archiviate all’interno e protette nella maniera corretta.

Potrai recuperare le credenziali tramite il tuo account gmail ma in maniera del tutto sicura, oltre che eseguire tutte le attività di scambio di moneta digitale e di rendimento passivo.

Come iscriversi a un portale di Defi wallet

Per potersi iscrivere a uno dei portali di Defi wallet che abbiamo citato, dovrai completare una serie di semplici passi.

Il primo passo consiste nel collegarsi sul portale o scaricare l’app apposita, per poi compilare il form con i propri dati anagrafici per consentire l’apertura del conto.

Una volta terminata e validata questa operazione, troverai davanti ai tuoi occhi le principali cryptovalute presenti sul mercato, così da poterle acquistare.

Potrai quindi scambiarle oppure conservarle nel wallet, ricorrendo al pratico menù a tendina e collegando direttamente il conto con il portafoglio.

Come scegliere il miglior Defi wallet per le proprie esigenze

Il primo parametro da tenere in considerazione quando si sceglie un Defi wallet è quello della sicurezza, che dipende dal tipo di operazioni che si desiderano eseguire.

Se si possiede una grande quantità di cryptovalute e si vuole semplicemente ottenere un rendimento passivo con sporadici investimenti nel tempo, certamente la soluzione più adatta è quella del cold wallet, sicuro perché esterno al web ma dalla funzionalità piuttosto limitata.

Se invece vuoi guadagnare subito e rapidamente e sei perfettamente inserito nel sistema degli scambi digitali, meglio ricorrere invece a un hot wallet, connesso a Internet e dalla maggiore funzionalità sotto ogni punto di vista.

Qualsiasi sia la tua scelta, controlla sempre che sia presente un sistema di identificazione a due fattori, così da poter avere due livelli di sicurezza differenti da dover violare.

Se il wallet è condiviso, opta per un supporto multifirma, che consente un doppio accesso con credenziali differenti.

Quanto è utile usare un Defi wallet?

Nel corso del tempo sono stati molti gli investitori che si sono interrogati sulla reale utilità di un sistema come il Defi wallet.

Il vasta funzionalità dei sistemi che abbiamo citato in precedenza fa pendere positivamente l’ago della bilancia, in quanto non solo si tratta di sistemi capaci di proteggere e conservare le cryptovalute, ma anche di ottenere dei guadagni passivi dalla loro sola giacenza, così da massimizzare il proprio guadagno in ogni momento.

Inoltre, diversi portali si collegano a conti digitali e permettono di scambiare moneta di questo tipo in pochi semplici passi.

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Domande frequenti

Quali sono le tipologie di Defi wallet?

I Defi wallet si dividono in hot wallet, collegati a Internet, cold wallet, estranei alla rete, ed excange wallet, all’interno di un sistema di acquisto e interscambio

Quali sono i principali portali di Difi wallet?

Tra i portali di Defi wallet più famosi troviamo Defi swap, Crypto.com ed eToro money, che si occupano dell’investitore a 360 gradi.

Come assicurarsi che il proprio Defi wallet è sicuro?

Un Defi wallet sicuro possiede ben due livelli di accesso e una firma multipla nel caso di condivisione.


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ETF energie rinnovabili: i migliori su cui investire

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Le energie rinnovabili hanno ottenuto un interesse crescente da parte dell’opinione pubblica negli ultimi anni a causa di tre fenomeni principali: l’incremento del prezzo dell’energia prodotta con metodi convenzionali a causa delle recenti tensioni geopolitiche internazionale, una crescente coscienza sociale relativa alla sostenibilità ambientale di alcuni asset come l’energia e la spinta di molti settori merceologici, come quello automobilistico, a utilizzare combustibili diversi da quelli fossili. Ovviamente, anche il mondo finanziario è andato dietro questa tendenza, esaltando i bilanci di sostenibilità di aziende che si pongono come obiettivo diventare Carbon Neutral entro una certa data o utilizzare unicamente energie rinnovabili nella propria produzione. Nel seguito di questo articolo analizzeremo come è possibile investire nel settore delle energie rinnovabili, valutandone vantaggi, rischi, costi e modalità disponibili.

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Quali strumenti per investire sulle energie rinnovabili

Prima di analizzare quali strumenti sono disponibili per investire nelle energie rinnovabili, andiamo a chiarire cosa si intende per investimento in energie rinnovabili.

Contrariamente alla comune credenza, investire in energia rinnovabile non si intende normalmente come un investimento in società che producono energia attraverso fonti rinnovabili, anche se in seguito vedremo che alcuni strumenti contengono anche questo tipo di società al proprio interno. Investire sulle energie rinnovabili implica, in genere, acquistare azioni o strumenti di società che producono sistemi, sottosistemi o anche solo componenti o materiali necessari per la generazione di energia rinnovabile.

Parliamo quindi di società che producono, vendono e distribuiscono, ad esempio, pale eoliche, motori eolici, pannelli solari, Fuel Cell a idrogeno, distillatori di bioetanolo o altri combustibili green.

Essendo queste società, in genere, non a grandissima capitalizzazione, a volte poco più che startup, non esistono molti strumenti per investire in queste società ad eccezione di:

  • Azioni: si possono acquistare le azioni delle singole società, che spesso sono scambiate al di fuori del mercato italiano e molto spesso su quelli extra-europei;

  • ETF sulle energie rinnovabili: fondi di investimento quotati che si occupano di effettuare una selezione e una pesatura di azioni del settore delle rinnovabili e che sono quotati su vari mercati, incluso quello italiano.

  • Fondi Comuni sulle energie rinnovabili: i fondi comuni sono simili agli ETF ma prevedono in genere una gestione attiva del portafoglio titoli, delle commissioni di ingresso e di gestione più alte e un meccanismo di acquisto e vendita più farraginoso e meno trasparente di un ETF.

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ETF sulle energie rinnovabili o singole azioni?

Dopo aver visto che non esistono molti strumenti di investimento in energie rinnovabili, potremmo pensare di creare noi stessi il portafoglio di investimento in energie rinnovabili acquistando i singoli titoli. Se da un lato questa potrebbe essere una strategia ottimale, soprattutto se si è in grado di valutare bene, tramite analisi fondamentale e stock picking, le singole società, si tratta di una scelta che si consiglia solo a chi è molto esperto e ha molto tempo da dedicare alla valutazione delle aziende. Inoltre l’acquisto di titoli in vari mercati, inclusi quelli orientali e statunitense, potrebbe essere precluso alla maggior parte degli investitori e comunque generare costi di commissioni elevati e giustificati solo da portafogli di una certa consistenza.

Di contro la scelta di acquisto di ETF sulle energie rinnovabili rappresenta una alternativa comoda e accessibile alla maggior parte degli investitori, essendo questi strumenti caratterizzati da:

  • semplicità, in quanto strumenti passivi hanno come obiettivo la replica della performance di un indice benchmark di riferimento come ad esempio S&P Global Clean Energy Index;

  • trasparenza, replicando dichiaratamente un indice, consentono di essere consapevoli del profilo di rischio/rendimento e del paniere specifico di titoli di energia rinnovabile acquisiti;

  • flessibilità, acquistando quantità in momenti diversi in funzione dei propri obiettivi e dell’orizzonte temporale dell’investimento;

  • economicità, la gestione passiva e la quotazione su un mercato regolamentato consentono agli ETF di ridurre i costi impliciti nella gestione del fondo e lo spread tra domanda e offerta.

Attualmente le più diffuse e complete piattaforme di trading messe a disposizione da alcune banche in Italia consentono di poter scegliere tra oltre una decina di ETF legati a Clean Energy o Renewable Energy e nel seguito andremo ad analizzare i principali.

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I rischi legati agli ETF sulle energie rinnovabili

Prima di addentrarci nei dettagli dei singoli ETF, è necessario anche valutare alcuni dei rischi legati ad un investimento sulle energie rinnovabili che potrebbero determinarne sia la percentuale di portafoglio da destinare sia l’orizzonte temporale da prendere in considerazione:

  • Rischio macroeconomico: questo, come sempre, è il maggiore rischio da valutare in tutti gli investimenti. In fasi macroeconomiche recessive tutto l’azionario ne risente dato che gli investimenti si spostando su altre asset class come i bond. Inoltre, anche le società particolarmente attive nella produzione di energia da fonti rinnovabili riducono o posticipano investimenti in nuove infrastrutture di produzione, come campi eolici e solari, determinando sottoperformance delle società produttrici di componenti;

  • Rischio valutario: anche questo è un rischio sempre presente specialmente in investimenti fuori dall’area euro. Da questo punto di vista, purtroppo, vedremo che buona parte delle società maggiori presenti all’interno di ETF legati alle rinnovabili sono spesso al di fuori dell’area euro e quindi il valore dell’ETF stesso potrebbe essere soggetto ad oscillazioni valutarie non correlate dai corsi borsistici;

  • Rischio societario: come già anticipato, le società che producono materiali o componenti per le energie rinnovabili sono Mid-Cap, ovvero società a media capitalizzazione, e quindi potrebbero avere elevata leva finanziaria o avere difficoltà a ricapitalizzarsi in periodi di alti tassi. Fortunatamente l’ETF permette di assorbire in parte questo rischio, poiché ciascuna azienda ha un peso tale all’interno dell’ETF da non comprometterne il valore in caso di difficoltà;

  • Rischio geopolitico: i rischi geopolitici legati a dazi nell’esportazione di merci e materiali, specialmente legate alle società dell’estremo oriente, possono subentrare improvvisamente e influire sull’andamento del relativo ETF.

Quali sono i migliori ETF sulle energie rinnovabili

Vediamo ora tre dei maggiori ETF disponibili sulle energie rinnovabili, i titoli sono stati scelti secondo questi criteri:

  • titoli scambiati possibilmente sul mercato italiano;

  • realizzati e gestiti dalle maggiori società di ETF al mondo;

  • ETF con asset gestiti di valore superiore ai 50 milioni di euro.

iShares Global Clean Energy (ISIN IE00B1XNHC34)

L’obiettivo dell’ETF di iShares, società del colosso Blackrock, è replicare la performance del S&P Global Clean Energy Index, questo indice rappresenta una paniere delle 30 principali azioni più liquide, quotate su scala mondiale, di società che operano nel settore dell’energia rinnovabile.

L’ETF, uno dei primi del settore e quotato sin dal 2007, è quotato sul mercato italiano oltre a vari altri mercati europei e americani e comprende al suo interno circa un centinaio di aziende legate alle energie rinnovabili in percentuale variabile.

L’ETF iShares Global Clean Energy ha un totale di asset gestiti globalmente di quasi 6 miliardi di dollari ed è un ETF a distribuzione, quindi eroga un dividendo semestrale a fronte di un TER (total expense ratio ovvero i costi annui di gestione) di 0,65%.

L’asset allocation su base geografica presenta questa composizione principale:

  • Stati Uniti – 39,90%

  • Europa Occidentale – Area Euro – 15,92%

  • Asia – Emergente – 15,53%

  • Europa Occidentale – Area Non Euro – 13,16%

Se ne deduce che l’ETF è ben diversificato, come numero di società, ma molto orientato al mercato degli Stati Uniti e potrebbe avere sottoperformance se il dollaro dovesse perdere valore rispetto all’euro.

Invesco Global Clean Energy (IE00BLRB0242)

Questo ETF di Invesco, società americana indipendente di gestione degli investimenti, si basa sulla replica dell’indice WilderHill New Energy Global Innovation Index, il cui indice di riferimento è composto da società focalizzate nei settori eolico, solare, biocarburanti, idroelettrico, delle maree, geotermico e altre attività di energia rinnovabile. L’ETF gestisce quasi 62M€ ed è composto da una equa ponderazione di circa 130 società e viene ribilanciato trimestralmente con una metodologia di replica ad acquisto fisico di azioni e non tramite posizioni derivate.

L’ETF è di tipo ad accumulazione; quindi, non prevede la distribuzione periodica di dividendi, che vengono incorporati per accrescere il valore dell’ETF. Inoltre l’asset allocation su base geografica presenta questa composizione principale:

  • Stati Uniti – 26,59%

  • Europa Occidentale – Area Euro – 21,73%

  • Asia – Paesi Sviluppati – 15,91%

  • Europa Occidentale – Area Non Euro – 11,34%

  • Asia – Emergente – 11,21%

L’ETF è quindi più bilanciato di quello di iShares a livello globale, con un peso abbastanza rilevante della componente europea e asiatica.

Global X Renewable Energy Producers (IE00BLCHJH52)

L’ETF di Global X, azienda americana con circa 40 miliardi di dollari di asset gestiti, è composto da quasi 92M€ in azioni e si basa sulla replica dell’indice Indxx Renewable Energy Producers v2 che racchiude i produttori di energia da fonti rinnovabili come eolico, solare , idroelettrico, geotermico e biocarburanti. A differenza dai precedenti, questo ETF si focalizza più sui produttori di energia che sulla tecnologia per la produzione di energia rinnovabile.

Il fondo contiene circa 50 titoli al suo interno, prevede una distribuzione semestrale dei dividendi e l’asset allocation su base geografica presenta questa composizione principale:

  • Europa Occidentale – Area Euro – 27,42%

  • Stati Uniti – 17,42%

  • Asia – Emergente – 14,27%

  • Australasia – 14,06%

Questo ETF è abbastanza esposto sull’area Euro e include anche componenti di Australia, rendendolo ben bilanciato a livello mondiale. Come già accennato, a differenza degli altri, questo è maggiormente esposto ai produttori di energia, rendendolo favorevole in periodi di alto costo dell’energia.

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Domande frequenti

Come posso acquistare ETF su energia rinnovabile?

Gli ETF sulle energie rinnovabili, al pari di tutti gli ETF, possono essere direttamente acquistati attraverso la propria banca e inseriti nel proprio deposito titoli. Laddove la banca non permettesse di acquistare ETF possono essere aperti conti con società di brokeraggio, facendo ben attenzione a privilegiare le maggiori società, possibilmente con sede nell’Unione Europea.

Come sono tassati gli ETF sulle energie rinnovabili?

Gli ETF sono tassati al pari delle azioni, quindi gli utili, ovvero la differenza tra controvalore di vendita e controvalore di acquisto viene tassata del 26% direttamente dalla banca. Gli ETF, per loro natura, generano minusvalenze anche in caso di vendita in guadagno.

Perché ogni ETF usa un indice di riferimento diverso?

Ogni società e gestore di ETF seleziona l’indice che più si avvicina alla strategia di replica che vuole raggiungere e al tipo di mercato che vuole privilegiare all’interno del proprio Fondo. Questi indici sono comunque pubblici e ricercabili all’interno dei rispettivi siti di chi gestisce l’indice.


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ETF terre rare: i migliori su cui investire

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Gli ETF terre rare rappresentano un investimento in un settore di nicchia, che ultimamente genera parecchio interesse da parte degli investitori di tutto il mondo. Questi fondi di investimento generano guadagni da materiali non comuni, preziosi e strategici. Per comprendere se l’investimento in ETF terre rare faccia al caso proprio, è necessario individuarne il contesto, i vantaggi e i punti deboli.

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Gli ETF terre rare: cosa sono e perché sono rilevanti nell’economia moderna

Come tutti gli ETF, anche quelli terre rare sono fondi di investimento, formati dal capitale di risparmiatori e altri investitori. Negli ETF terre rare, il capitale è impiegato in un paniere di titoli delle società che ottengono la gran parte dei propri guadagni da estrazione, trattamento e commercializzazione di materiali strategici per il mercato. Questi componenti hanno in comune la difficoltà di estrazione; solo per citarne alcuni, troviamo Cerio (Ce), Disprosio (Dy), Samario (Sm) e Itterbio (Yb). Secondo la legge della domanda e dell’offerta, anche la scarsità di questi elementi questo è un fattore che contribuisce a determinarne il valore elevato.

Per investire in terre rare non è necessario acquistare i titoli azionari emessi dalle società che operano in questo ambito. Lo strumento usato dai piccoli risparmiatori sono gli ETF, che recplicano determinati indici e, in virtù della gestione cosiddetta passiva, consentono di incrementare l’efficienza dell’investimento. Il trend legato agli ETF terre rare è in continuo aumento, grazie a fattori contingenti come green economy e tecnologia.

Come sfruttare, allora, una tendenza in salita, e come investire al meglio in un paniere di titoli di cui si conosce ancora poco? Innanzitutto, è opportuno considerare che l’attenzione che gli ETF terre rare stanno ottenendo, nel mondo della finanza, è in parte legato alle vicende geopolitiche attuali e conseguenti tensioni sui prezzi.

L’aumento dei prezzi delle materie prime, sin dal 2021, ha ulteriormente contribuito a generare un galoppante rialzo del valore delle terre rare. Questi metalli sono ritenuti, di per sé, essenziali per la produzione di moltissimi componenti del comparto industriale elettronico e legato alla tecnologia. Le terre rare si trovano in articoli di ampia diffusione: memoria dei pc, batterie, smartphone, televisori. Ma anche la green tecnology si avvale delle terre rare, in particolare nella realizzazione dei pannelli fotovoltaici.

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Le industrie che operano nel settore dell’automotive ne fanno un larghissimo utilizzo e anche per le turbine elettroniche sono usate le terre rare. Basti pensare che la quantità di minerali necessari per la produzione di un veicolo elettrico è di circa 8 volte maggiore rispetto a quella utilizzata per un veicolo cosiddetto tradizionale, a combustione interna. Le stime, per quel che attiene i prossimi dieci anni, indicano un sostanziale aumento nel fabbisogno di minerali (tra cui cobalto e litio), con un incremento di oltre 30 volte rispetto a quello attuale. Tuttavia, se da un lato la green economy tende a incentivare l’estrazione delle terre rare sotto una forte spinta eco-friendly, dall’altro la loro estrazione è molto impattante per l’ambiente, vista la loro difficoltà di estrazione e raffinamento. Detto questo, le opportunità che gli ETF terre rare offrono agli investitori sono allettanti, proprio per la rapida ascesa registrata nell’ultimo periodo.

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Migliori ETF terre rare: le soluzioni a disposizione degli investitori

Nel 2023, investire in ETF terre rare significa avere a disposizione di una scelta piuttosto limitata. Infatti, al momento è presente un solo ETC in questo settore ed è quotato nel nostro Paese a partire dal 2021. Si tratta di VanEck Vectors Rare Earth and Strategic Metals UCITS ETF, che comprende titoli di società investitrici nel business dei metalli rari e che fanno parte dell’ambito terre rare. Scendendo più nel dettaglio di questo ETF, questo replica un indice in cui detengono un peso maggiore le aziende più grandi e capitalizzate.

L’indice replicato dall’ETF Van Eck è il MVIS Global Rare Earth/Strategic Metals Index. Al fine di operare una migliore distribuzione dell’esposizione globale di questo investimento, è stabilito che ogni azione non può incidere per più dell’8% sul volume totale. Il paniere dell’ETF VanEck Vectors Rare Earth and Strategic Metals UCITS annovera solamente 21 titoli. La maggior parte di essi fanno parte delle società di Cina, Australia, Canada e Stati Uniti. I titoli cinesi sono quelli con il peso maggiore, quantificabile nel 35% del totale. Poiché il paniere delle società incluse nell’ETF terre rare VanEck è molto limitato, è chiaro che una diversificazione di questo prodotto, che è raccomandabile in ogni investimento, non è praticamente attuabile. Di 21 società che compongono il paniere e che replicano l’indice MVIS Global Rare Earth/Strategic Metals Index, basti pensare che le prime 10 aziende impattano per ben il 60% sull’intero portafoglio.

Sostanzialmente, l’obiettivo di questo indice è quello di includere le società che ottengono almeno la metà del proprio fatturato dai metalli strategici, oppure da progetti di estrazione a lungo termine che, quando implementati, potrebbero determinare il 50% o più di guadagni dalla lavorazione di terre rare. In questo senso, l’ETF VanEck Vectors Rare Earths and Strategic Metals ipotizza non solo le terre rare come opportunità di business, ma anche i metalli strategici in generale. In conclusione, al momento si registra un vuoto d’offerta nel settore degli ETF terre rare, in quanto è presente solo VanEck Vectors Rare Earth and Strategic Metals UCITS, che al momento compensa il gap con un’offerta, sul mercato italiano, di investimenti su terre rare e metalli strategici.

ETF terre rare in Italia e nel mondo: evoluzione e previsioni

In Italia, gli ETF terre rare approdano al sistema in tempi relativamente recenti, 11 anni fa e a seguito del lancio, avvenuto negli Stati Uniti nel 2010. Inizialmente, nonostante gli entusiasmi iniziali, questi ETF registrarono una performance negativa pari al 4%.

La vera riscossa degli ETF terre rare è avvenuta nell’ultimo anno, quando il recupero è stato inarrestabile, attestandosi su cifre ragguardevoli: +170%. Come è possibile notare, la forte attenzione del pubblico nei confronti di questo strumento di investimento è legata soprattutto al fortissimo incremento negli ultimi 12 mesi.

Questo trend in salita, peraltro, sembra incoraggiante anche per gli anni a venire. Su cosa si basano tali previsioni? Innanzitutto, come spiegato all’inizio, la scarsità di queste materie prime, unita alla difficoltà di estrazione, contribuisce ad incrementarne il prezzo. Inoltre, la domanda risulta in costante crescita; ciò è unito al fatto che i giacimenti di metalli rari erano situati in Sudafrica, India e Sudamerica, mentre allo stato attuale l’estrazione avviene in larga misura in Cina, Stati Uniti e Australia. A meno che, in un prossimo futuro, non saranno trovati nuovi siti di estrazione, il prezzo delle terre rare sarà, quindi, destinato a salire ulteriormente.

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Investire in ETF terre rare nel 2023: è davvero conveniente?

Per valutare correttamente la convenienza dell’investimento in ETF terre rare è indispensabile mettere sul piatto della bilancia gli elementi positivi e quelli negativi. Tra i primi rientrano sicuramente le forti tendenze rialziste, insieme alle prospettive di ulteriore incremento di valore nei prossimi anni. Anche nel breve periodo, vista la domanda sempre crescente di terre rare dal comparto tecnologico, il trend è in salita. Inoltre, essendo gli ETF soggetti a costi minori rispetto ad altri fondi di investimento, questo risulta più appetibile, soprattutto per i piccoli risparmiatori. L’altra faccia della medaglia dell’investimento in ETF terre rare è rappresentato dalla scarsa possibilità di differenziazione nel portafoglio.

È sempre utile ricordare che differenziare risulta sempre una delle più importanti best practices, non solo per gli ETF, ma negli investimenti in generale.In particolare, quando si parla di ETF, per ottenere i migliori risultati gli esperti raccomandano di optare per un portafoglio che comprenda titoli in cui il rischio sia distribuito in diverse aree geografiche e settori economici. In questo modo, sarà possibile raggiungere un bilanciamento adeguato, tale da minimizzare il rischio e incrementare il guadagno.

Questa considerazione vale per tutti, e in particolare per chi è all’inizio, come investitore. Nonostante il trend fortemente rialzista degli ETF terre rare, occorre mettere in conto la scarsa differenziazione e l’elevata concentrazione geografica.

Ecco perché investire in ETF terre rare non è una scelta scontata ed è necessario valutarne ogni aspetto e implementare solide strategie di differenziazione. Molti investitori ritengono che il periodo attuale, denso di eventi critici, tra cui il conflitto Russia-Ucraina, rendano gli investimenti maggiormente rischiosi. In realtà, anche in periodi di instabilità, i mercati finanziari forniscono chance per ottenere profitti e preservare il proprio capitale. In questo contesto, gli ETF terre rare potrebbero costituire un’opzione molto valida, purché inserita in portafogli adeguatamente bilanciati.

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Domande frequenti

Cosa sono gli ETF terre rare?

Si tratta di fondi d’investimento a gestione passiva che comprendono azioni di compagnie coinvolte in tutte le operazioni riguardanti terre rare e metalli cosiddetti strategici.

Il processo include ll’estrazione, la raffinazione e lo smaltimento degli elementi.

Come investire in ETF terre rare?

Per investire in ETF terre rare è necessario rivolgersi a un consulente finanziario, oppure a un istituto bancario o a uno dei broker autorizzati.

Quali sono le tendenze in questo settore?

La domanda di terre rare è in forte aumento, in particolare per la spinta propulsiva della green economy. A causa della difficoltà di estrazione dei metalli, il prezzo potrebbe continuare a salire, perché la domanda supera l’offerta. Ciò comporterebbe un incremento dei prezzi, a meno che, nel breve periodo, non vengano individuati nuovi siti di estrazione.

Quali sono i vantaggi dell’investimento in ETF terre rare?

Il principale vantaggio dell’investimento negli ETF terre rare è legato a una domanda in forte crescita, che ne determina l’incremento di valore in poco tempo. Inoltre, la particolare rarità dei metalli contribuisce ad aumentarne il valore, e di conseguenza anche le probabilità di apprezzamento dei titoli. Infine, rispetto ai fondi di investimento tradizionali, gli ETF, e quindi anche quelli terre rare, prevedono rendimenti in genere più alti, a fronte di commissioni di gestione relativamente esigue.

Quali sono gli eventuali elementi di svantaggio nell’investimento in ETF terre rare?

Il principale punto di debolezza degli ETF terre rare è da ricercarsi proprio nel fatto che la concentrazione geografica dei beni nel paniere è estremamente circoscritta. In sintesi, i titoli da investimento, allo stato attuale, sono pochi. Infatti, il paniere di beni compresi in questo tipo di ETF presenta una scarsa diversificazione. Il rischio di cambio è un altro svantaggio degli ETF terre rare. Il rapporto di cambio tra la valuta dei titoli e quella dell’investitore, se sfavorevole a quest’ultimo, può portare a una riduzione dell’ammontare del valore reale degli ETF e, quindi, del guadagno netto.


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