L’investimento azionario è quello che genera i risultati migliori in termini di profitto, ma all’aumentare della possibilità di guadagno crescono anche i rischi di perdere buona parte del capitale investito. Conviene oggi comprare azioni Saipem? Scopriamolo subito in questa dettagliata guida
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Brevi cenni storici
Saipem diventa indipendente nel 1957, dopo essere stata conosciuta nel mondo come fornitrice di servizi per conto di Eni. Il suo nome nasce dalla fusione di due società, l’impresa di perforazione Saip e Snam montaggi, una ditta di costruzioni. Le due controllanti uniscono le loro forze con l’intento di dar vita a un progetto nuovo e ambizioso.
Saipem opera nel settore della prestazione di servizi e in particolare il suo portafoglio di ordini è legato per quasi l’80% alla fornitura di gas, delle energie rinnovabili e della transizione energetica.
Nel 1984 Saipem approda alla borsa di Milano e in quella di Parigi e diventa una società quotata in borsa. Nel periodo successivo stringe alleanze e acquisisce altre aziende ritenute strategiche per raggiungere quel ruolo di player globale. Si spinge verso territori isolati e lontani e intraprende progetti che fino a poco tempo prima venivano considerati irrealizzabili.
Per entrare nei nuovi mercati avvia la strategia di joint-venture, secondo la quale una o più imprese stringono delle collaborazioni per raggiungere un obiettivo o portare a termine un progetto. In quest’ottica lavora insieme ai suoi stessi competitor, società del calibro di Parker Drilling, Clough e Brown & Root.
La sua espansione è così rapida e vertiginosa che a cavallo del millennio diventa leader nel settore dei servizi al mercato energetico e un protagonista assoluto nel trasporto del gas liquido. Grazie a Saipem 7000, la terza nave gru più grande al mondo, può spingersi nella realizzazione di gasdotti in acque profonde e in progetti ambiziosi.
Il recente passato condizionato dall’aumento del prezzo del petrolio e dall’instabilità politica di Paesi produttori molto importanti hanno fatto virare le strategie di Saipem verso i mercati delle energie rinnovabili e nel complesso verso una trasformazione aziendale rivoluzionaria e profonda.
Saipem oggi
Saipem oggi è presente in più di 60 paesi del mondo con migliaia di dipendenti. La struttura del suo gruppo è formata da oltre 90 società che hanno sedi in tutto il mondo e grazie alla sua lungimiranza strategica è diventata leader nel mercato della fornitura di energie e nella realizzazione di strutture che riguardino la ricerca di giacimenti, la perforazione e la messa in produzione degli stessi pozzi realizzati.
Il suo raggio d’azione è vasto, tanto da coinvolgere tutti e cinque i continenti. Riceve ogni anno commissioni da parte di Paesi sparsi in tutto il mondo e possiede una delle flotte più grandi, capitanate dalla Saipem 7000, una nave gru che conosce pochi concorrenti. Il principale azionista di Saipem è Eni, che detiene circa il 30% della società, mentre la Cassa Depositi e Prestiti possiede quasi il 13%.
Un ottimo titolo da tenere in portafoglio, a livello di fondamentali, sebbene l’andamento delle azioni Saipem ha conosciuto nell’ultimo decennio una parabola discendente seconda solo al Monte dei Paschi di Siena. Scopriamo i motivi che hanno generato tale situazione.
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Le parabole della quotazione delle azioni Saipem
Circa dieci anni fa Saipem era una blue chip, ovvero una delle società a più alta capitalizzazione, di Piazza Affari. Un’azienda invidiata da tutti con rendimenti annui che veleggiavano sopra quota 20%, un titolo che non poteva mancare nel portafoglio di un investitore che era arrivato a un valore di borsa di 50 euro.
Tutto cambia tra le fine del 2012 e l’inizio del 2013. A gennaio infatti il titolo crolla a causa di una bufera che lo travolgerà. La società dichiara un warning sui conti e il fondo di investimento Black Rock vende interamente la sua partecipazione in Saipem. Un profit warning è un annuncio che una società quotata emette e che comunica una riduzione degli utili attesi. Solitamente questo avviene circa due settimane prima dell’uscita dei dati di bilancio per permettere agli investitori di riposizionarsi ed evitare tracolli nel giorno della pubblicazione.
Ma in questo modo il disastro è stato solo anticipato, gli azionisti infatti citano in giudizio Saipem con l’accusa di aver sovrastimato gli utili e di conseguenza il valore delle azioni. Le indagini hanno portato alla luce un sistema di mazzette che garantiva alla società di ottenere commesse, specialmente in Algeria, con valori alterati e gonfiati in maniera scandalosa per una rettifica dei margini di guadagno pari a 200 milioni di euro. Da allora, dal 2012, Saipem ha subito almeno altri tre crolli e altrettanti amministratori delegati hanno tentato di rilanciare le sorti della società senza riuscirvi, come dimostra il recente -40% che il titolo ha fatto registrare.
L’ultimo crollo risale all’inizio del 2022 con un nuovo profit warning emesso dalla società. Una seduta di borsa da brividi dove le azioni Saipem hanno scontato la prospettiva sempre più reale di un ennesimo aumento di capitale, soluzione non vista di buon occhio dai mercati perché spesso sinonimo di difficoltà finanziarie. Un altro tonfo che ha portato il valore delle azioni Saipem a quota 1,35 euro. L’ultima tappa, in ordine temporale, della sfortunata parabola di una società un tempo eccellenza nel mercato italiano nel settore dell’oil & gas. Dal 2012, anno in cui il gruppo capitalizzava a Piazza Affari circa 22 miliardi di euro, si è passati all’1,36 di oggi. Più di 20 miliardi di capitalizzazione andati in fumo e una quotazione di Borsa che è passata dai massimi di 50 euro a 1,3 euro dei giorni nostri, anche se bisogna tenere in considerazione gli aumenti di capitale che sono stati fatti che rendono difficile il confronto. In ogni caso dai ricavi di 12,5 miliardi si è passati a circa la metà con un utile netto che da +912 milioni passa a un negativo di 2 miliardi. Una flessione costante e inesorabile che non ha risparmiato nessun anno, chiusi tutti in perdita, ad eccezione del 2019, dove si è registrato un piccolo utile di appena 12 milioni. Il rosso complessivo si è attestato a cinque miliardi e la società non distribuisce più dividendi.
L’investimento in azioni
Acquistare titoli di Borsa può regalare grandi soddisfazioni, è storicamente dimostrato infatti come questo sia l’investimento che genera il miglior rendimento nel tempo, ma se si punta sul titolo sbagliato, i risultati possono essere disastrosi. Si possono guadagnare ingenti somme, anche nel giro di poco tempo, ma al tempo stesso perdere gran parte del proprio capitale, come dimostra la stessa Saipem che nel giro di 10 anni ha visto letteralmente evaporare il suo valore.
Difficile anche affidarsi ai cosiddetti esperti che non posseggono poteri speciali che consentono loro di prevedere il futuro. Prima di avvicinarsi a questo difficile mercato occorre prepararsi, studiare e soprattutto non lasciarsi trasportare dalle emozioni, dalle tendenze e in particolar modo dal panico.
Anche se non è sempre consigliato acquistare un solo titolo, perché la diversificazione aiuta a frammentare il rischio, si può decidere di comprare azioni Saipem solo dopo aver analizzato la sua situazione secondo due differenti approcci, ovvero attraverso l’analisi fondamentale oppure quella tecnica.
Nell’analisi fondamentale ci si basa sull’individuazione e la previsione di elementi economici e finanziari che condizionano l’andamento del valore delle azioni. Essi appartengono alla macro-area del sistema economico nel suo complesso come il PIL e il tasso d’inflazione, e a quelli micro-economici che riguardano la società stessa e sono i suoi dati di bilancio, la solidità patrimoniale, la redditività e le prospettive di crescita.
L’analisi tecnica invece corrisponde allo studio dei mercati finanziari, siano esse azioni, valute, indici di borsa o futures, mediante l’osservazione dei grafici e attraverso l’uso di metodi statistici e matematici che vengono applicati ai grafici stessi.
A prescindere dal metodo utilizzato è bene destinare come investimento verso i mercati azionari soltanto una piccola percentuale del proprio capitale, proprio perché lo si espone a un rischio di perdita piuttosto alto.
Conviene oggi comprare azioni Saipem?
Se in passato le azioni Saipem erano ritenute un titolo adatto ai cassettisti, ovvero investitori di lungo periodo che credono nella crescita di una società e nel frattempo beneficiano degli utili sottoforma di dividendi, oggi, viste le scosse subite in questi ultimi 10 anni, Saipem non può essere tenuto in portafoglio per lunghi periodi di tempo per non esporsi a un rischio molto elevato.
Il 2022 è stato un anno contraddistinto da forte volatilità con il titolo che ha perso il 75% del suo valore, eppure gli analisti, grazie ai positivi risultati del terzo trimestre, all’aumento di capitale effettuato a luglio che ha rafforzato la situazione patrimoniale e la cessione del business drilling onshore con conseguente impatto positivo sul debito, vedono per Saipem un futuro luminoso con molte società di rating che hanno migliorato il loro giudizio sul titolo e alzato il target price.
Le recenti notizie sui due contratti chiusi dalla società per un ammontare di 850 milioni di dollari confermano l’ottimo posizionamento di Saipem nel mercato dell’energia, da un punto di vista tecnico la prima resistenza è posta intorno a 1,35 euro, superata la quale il titolo potrebbe aprire le porte a ulteriori acquisti fino in area 1,4 euro. Se invece le azioni dovessero scendere sono 1,25 euro, significherebbe che il trend ribassista è ancora in corso, con primi supporti fissati tra i 1,13 e 1,15 euro.
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Domande frequenti
Dove comprare le azioni Saipem?
Le azioni di un titolo quotato in Borsa possono essere comprate direttamente tramite i servizi di trading online che ormai tutte le banche offrono ai propri clienti. Un metodo semplice e immediato che permette di acquistare istantaneamente un titolo. Nello scegliere la piattaforma alla quale affidarsi per questo genere di operazioni è opportuno valutare le commissioni applicate.
Quando stacca il dividendo Saipem?
La buona notizia per le azioni Saipem, dopo la conference call tenuta dall’amministratore delegato Puliti a seguito della presentazione positiva dei conti relativi all’anno 2022, è il ritorno al dividendo nel 2024. Ricavi in crescita del 53%, perdita ridotta di oltre due miliardi e margine che torna positivo rendono possibile una nuova politica dei dividendi a partire dal 2024, anche se ogni distribuzione agli azionisti non ha ancora delle date certe.