Tasse Forex: Come non Pagare le Tasse sul Trading

La pressione fiscale in Italia, si sa, è la più alta al mondo. E di questo record noi italiani non siamo particolarmente contenti.

Proprio per questo negli ultimi anni c’è sempre più interesse dietro al trading dove i guadagni sono tassati a un’aliquota fissa del 26% su tutti i guadagni finanziari provenienti dai mercati forex.

In realtà fino al 2010 i guadagni con il trading online inferiori a 50000€ all’anno non venivano tassati a patto che le operazioni (comprare e vendere valuta) non fossero tenute aperte per più di 7 giorni: era il paradiso per i trader!

Dal 2010 sono nate le tasse trading del 20% sulle plusvalenze ed oggi sono del 26% che rimane una tassazione molto più bassa rispetto a qualsiasi altro lavoro.

Inoltre il 26% è fisso, sia che tu guadagni 500€ sia che ne guadagni 5000€!

Se sei su questa pagina probabilmente vuoi capire se esistono dei metodi sul come non pagare le tasse sul trading, ma, come in ogni campo, prima di capire “come non pagare le tasse sul trading” bisogna capire “come pagare le tasse sul trading”.

Guadagni trading: come dichiararli?

Nel mondo del trading bisogna fare attenzione perché è vero che si possono guadagnare cifre da sogno anche in un giorno, ma da trader di successo a evasore fiscale il passo è molto breve.

Innanzitutto la tassazione forex esiste solo sulle plusvalenze, quindi se non si sono fatte plusvalenze non bisogna pagare tasse per quell’anno. Facciamo un esempio:

Ho sul conto di trading 500€ il 1° Gennaio 2019, al 31 Gennaio 2019 ci sono 4000€. Dovrò pagare il 26% di tasse su 3500€ (4000-500).

Ci sono 2 trucchi per pagare di meno a fine anno:

  1. Se si hanno avuto delle minusvalenze l’anno precedente si possono sottrarre dalle plusvalenze dell’anno successivo e così pagare di meno. Per esempio:
    Quest’anno ho plusvalenze per 4000€ ma l’anno scorso ho avuto 1000€ di minusvalenze, dovrò pagare il 26% di tasse solo su 3000€ (4000-1000)!
  2. Apertura e chiusura operazione. Si pagano le tasse solo per le operazioni aperte e chiuse nell’anno di riferimento. Se quindi apro un’operazione il 5/12/2019 e la chiudo il 20/1/2020 non dovrò pagare le tasse per i guadagni ottenuti con quell’operazione nel 2019 ma solo nel 2020!

Regime: sostitutivo o dichiarativo?

Bisogna fare attenzione a quale regime si deve usare in base a dove ha la sede il nostro Broker perché si rischia di pagare 2 volte le tasse sul trading!

Infatti se il nostro broker ha la sede legale in Italia, si applica il regime sostitutivo (come nel caso delle scommesse) e quindi sarà lui a pagare per noi le tasse sulle nostre operazioni. Noi non dovremo fare nulla a fine anno!

Diverso il caso se il broker ha sede all’estero: in questo caso bisogna usare il regime dichiarativo.

Il broker ci fornirà infatti a fine anno un rendiconto delle nostre plusvalenze (si spera!) o minusvalenze per poter compilare il Modello Unico.

Come?

Nel quadro RT del Modello Unico, nella Sez II-B “Plusvalenze di Natura Finanziaria” esattamente alla riga RT41.

Le minusvalenze da togliere vanno inserite alla riga R45.

Se non sei pratico ti consiglio di rivolgerti a un commercialista esperto per le prime volte per capire bene come fare.

Le tasse sul trading vanno saldate entro il 30/6 dell’anno successivo a quando hai avuto i guadagni. Ad esempio il 26% sui guadagni di trading del 2019 dovrà essere pagato entro il 30 Giugno 2019.

Ma spesso ti capita di vedere trader ricchissimi e chiederti “Ma loro sanno come non pagare le tasse sul trading?”

Alcuni si e io ti posso svelare se esistono dei metodi sul come non pagare le tasse sul trading rimanendo all’interno della legalità.

Tasse trading: come pagarne di meno (o zero)?

Innanzitutto l’Agenzia dell’Entrate non può sapere quanto hai guadagnato col trading se non glielo dici tu.

E’ il trader che deve dichiarare i propri guadagni nel caso in cui il broker con cui lavora ha sede all’estero tramite il Modello Unico.

E’ poco consigliato però non dichiarare i propri guadagni con il trading o dichiararne meno, perché è vero che l’Agenzia delle Entrate non può sapere quanto hai guadagnato se non glielo dici tu, ma controlla quanti soldi arrivano sul conto corrente.
Quindi può capire quanto hai realmente guadagnato ogni anno!

Quindi come non pagare le tasse sul trading? O pagarne meno?

L’unica soluzione è il trasferimento della residenza fiscale all’estero: ci sono dei paesi infatti dove le tasse sul trading sono molto più basse e ce ne sono latri dove il trading non è passato.

Molti italiani hanno infatti scelto di prendere la residenza fiscale in Paesi vicino come Svizzera o Malta dove le tasse sul trading sono molto più basse: 12% in Malta e in Svizzera non si pagano!

Più precisamente i Paesi dove la tassazione sul trading è più bassa sono:

  • Svizzera: Non tassato
  • Malta: 12%
  • Bulgaria: 10%
  • Andorra: Non tassato
  • Nuova Zelanda: Non tassato
  • Singapore: Non tassato
  • Malesia: Non tassato
  • Regno Unito: 20%
  • Hong Kong: Non tassato
  • Irlanda: 12,5%
  • Alcune zone della Spagna (Canarie): 15%

Non è necessario fare la valigia e trasferirsi per cambiare residenza fiscale ma consiglio di rivolgersi ad un commercialista esperto nel caso in cui si voglia cambiare residenza.

Leggendo questo articolo hai capito come pagare (o non) le tasse sul trading.

Nel prossimo articolo, invece,  ti spiegherò bene come funzionano i mercati forex e perché si dice che “la Borsa non dorme mai”.

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Questo articolo è a scopo promozionale e pubblicitario. I prodotti e servizi menzionati in questo articolo possono comportare dei rischi e non sono adatti a tutti gli investitori. Investire comporta rischi di perdite: prima di effettuare un investimento, rivolgiti ad un professionista del settore, consulta attentamente le informazioni ufficiali del broker e valuta attentamente la tua situazione finanziaria. Questo articolo non costituisce una raccomandazione di investimento o un’offerta per acquistare o vendere alcun prodotto o servizio.